United Religions Iniciative – Africa premia il Rototom Sunsplash con l’ Africa Peace Award per il suo lavoro di promozione della pace
Scritto da Davide Macor il 20/08/2018
United Religions Iniciative-Africa (URI) ha premiato il Rototom Sunsplash con l’Africa Peace Award, un riconoscimento che concede annualmente a persone o entità per il loro lavoro e impegno nella promozione della pace e convivenza. È stato l’ambasciatore Mussie Hailu – attivista per la pace, direttore regionale dell’URI for Africa e rappresentante dell’URI al cospetto dell’Unione Africana e dell’istituto ONU Africa – ad annunciare la notizia all’organizzazione del festival e al suo pubblico. Il messaggio è stato trasmesso questo pomeriggio dal Main Stage attraverso un comunicato. Nella sua storia, il premio è stato consegnato a personalità come Madre Teresa di Calcutta e organizzazioni come la UNESCO e la Commissione Nazionale per l’Unità e Riconciliazione in Ruanda, tra gli altri.
Mussie Hailu (centro), consegna l’Africa Peace Award al Rototom Sunsplash.
Veniamo ora alle attività del festival. Il Social Forum del Rototom Sunsplash di Benicàssim, che celebra fino al 22 agosto la sua 25ª edizione, mette sul tavolo domani, lunedì 20 agosto, il dramma di chi rischia la propria vita per attraversare il mare e fuggire così dall’orrore. Una situazione lontana dal risolversi, che si aggrava con posizioni sempre più intransigenti in diversi paesi d’Europa. E tutto in un incontro che analizzerà anche le accuse giudiziali alle quali sono recentemente sottoposte le organizzazioni sociali che provano a salvare le vite dei migranti, come Proactiva Open Arms e Proem-Aid.
Social Forum.
Precisamente il dibattito vanterà la partecipazione di Leticia Cabo, medico di emergenze sanitarie che collabora da due anni e mezzo con Proactiva Open Arms, ONG alla quale il festival destinerà que quest’anno i fondi che si ricaveranno dalla campagna di raccolta di bicchieri solidali, già avviata in questi giorni. Inoltre, all’incontro parteciperanno Manuel Blanco, uno dei tre pompieri spagnoli detenuti in Grecia per salvare come volontario dei refugiati nella costa di Lesbo; e Iván Prado, portavoce internazionale di Pallasos en Rebeldía, organizzazione che ha sviluppato diverse campagne di circo solidale e sensibilizzazione in Chiapas, Palestina, Gaza, Serbia e nel Sáhara.
Si affiancherà al dibattito il cantante Ras Kuko, incaricato di coordinare il progetto musicale solidario Reggae Can Help. Un’iniziativa che ha permesso ad artisti di diverse parti del mondo – come Tomas Dub T (Repubblica Ceca), Mouse Thiandoume (Senegal), Jonay Mesa (Tenerife), Felipe Hernández (Tenerife) – registrare il disco solidale Open Arms Project, mixato dal prestigioso produttore Syrix di Irievibrations (Austria), il cui ricavato si destinerà integramente alla citata organizzazione. L’artista, attivista e tecnico di sensibilizzazione di CEAR Miquel Ramos modererà l’incontro.
Il dramma che vivono quotidianamente quelle persone obbligate ad abbandonare il proprio paese di origine, avranno spazio anche nell’African Village. Mamadou Dia, scrittore, attivista e fondatore e presidente della ONG Hahatay, presenterà il progetto intitolato Def’Art Jotna, avviato a Gandiol (Senegal), per dimostrare che si può crescere anche in Africa. Dia, che giunse in Spagna a bordo di una scialuppa quando aveva poco più di 20 anni, tornò in Senegal con l’obiettivo di spiegare ai suoi compatrioti che l’Europa non è propriamente la terra promessa.
Main Stage.
Dalla Giamaica al reggae mondiale
Il programma musicale della giornata sul Main Stage partirà dalla Giamaica per arrivare al reggae come fenomeno mondiale. Inizierà con Beres Hammond & Harmony House Band. Un cantante che infonde al proprio reggae una carica soul unica e incomparabile. Nato nel 1955, tra le sue prime esperienze musicali va sottolineato anche il suo ruolo come cantante nel gruppo Zap Pow. Negli anni ’90 si trasformò in uno dei simboli della musica giamaicana con una marea di hit e i suoi memorabili duetti con artisti come Marcia Griffiths, Tony Rebel, Cutty Ranks e Buju Banton. Ogni suoi concerto si trasforma in un suggestivo viaggio lungo più di 30 anni di musica giamaicana.
Dopo di lui arriverà il presente del suono giamaicano grazie a Protoje & The Indignation, uno dei massimi esponenti del “reggae revival”. I suoi punti di riferimento sono i grandi cantanti dell’epoca roots, anche se il suo suono vanta influenze hip hop e r&b, unite da testi originali ed espressivi. Il suo nuovo lavoro, recentemente pubblicato e intitolato “A Matter of Time”, aggiunge una nuova perla alla sua grande discografia.
E per terminare al meglio, sul Main Stage arriverà lo show esclusivo che ha preparato un artista la cui storia è strettamente legata a quella del Rototom Sunsplash: Alborosie & Shengen Clan, che includerà un elenco di nomi capitanati dai membri dei Wailers Junior Marvin, Tyrone Downie e Aston Barret Jr. – con i quali ha collaborato nel suo recente lavoro, “Unbreakable”, considerato come uno dei migliori album reggae di quest’estate.
Lion Stage.
Altri grandi momenti durante la notte si vivranno nel Lion Stage, con la celebrazione dei 30 anni di carriera dei britannici Zion Train. Un incomparabile esempio di fusione tra il dub e la musica elettronica, con parole che passano per il rispetto per l’ambiente alla lotta contro il razzismo e l’ingiustizia. Un anniversario che vanterà la partecipazione di Dubdadda, Raiz, Nish Wadada, Paolo Baldini e Paolo Polcari.
Dancehall.
Altri show storici, questa volta nella Dancehall, sono quelli che avranno come protagonisti David Rodigan e la leggenda King Jammy; un artista fondamentale che portò il suono giamaicano degli anni ’70 al decennio degli ’80, passando dal dub al lancio delle superstelle dalla dancehall come Frankie Paul, Cocoa Tea, Bounty Killer e Ninjaman, tra gli altri.