Salute: Riccardi, corsi di formazione su “medical intelligence” e “digital forensic”
Scritto da Davide Macor il 24/05/2020
Un sistema di intelligenza artificiale in grado
di identificare l’emergere o riemergere di un rischio biologico o
un reato sanitario a partire dall’analisi delle conversazioni sui
social o delle chiamate al 118 con parole chiave.
È l’obiettivo della “medical intelligence” su cui saranno
imperniati i corsi di formazione teorici e pratici per medici,
veterinari, Guardia di finanza, Polizia, Carabinieri, Guardia
costiera, Dogana e ad altri pubblici ufficiali, organizzati nel
Centro internazionale di cooperazione di Polizia nel valico di
Coccau, a Tarvisio, nel quadro della proposta progettuale
“One-Health Training” elaborata dal Servizio di Prevenzione della
Direzione Centrale Salute della Regione Friuli Venezia Giulia.
La proposta è stata approvata dalla Giunta regionale, su proposta
del vicegovernatore e assessore alla Salute Riccardo Riccardi, e
prevede un cofinanziamento della Regione Fvg di 36.353 euro,
coperto interamente da costi del personale assegnato al progetto.
Gli obiettivi del progetto sono di erogare corsi teorici e
pratici su rischio biologico, prevenzione delle malattie
infettive e da trasmissione animale, corretto uso dei dispositivi
di protezione individuale e tecniche di scienza digitale forense
(digital forensic), ramo che comprende il recupero e l’indagine
del materiale trovato nei dispositivi digitali in relazione a
eventi di criminalità informatica, applicate alla “medical
intelligence”.
Il Servizio prevenzione del Fvg, tramite la progettazione
comunitaria, ha istituito e consolidato un ampio network
transfrontaliero, diventando lead partner sul Programma di
cooperazione territoriale europea Interreg V A Italia-Austria
2014-2020 con il progetto Bio-crime che ha portato
all’istituzione del Centro di cooperazione per la prevenzione
della salute umana nei confronti delle malattie trasmesse da
animali (zoonosi). Si tratta di una questione centrale,
considerato che più del 75% delle malattie che colpiscono l’uomo
derivano dagli animali, come peraltro verificatosi per la recente
pandemia di Covid-19.
Le attività di training delle Forze dell’ordine, del personale
sanitario e dei pubblici ufficiali svolte nel corso dell’ultimo
triennio sia in Friuli Venezia Giulia sia in Austria, hanno
evidenziato come sussista una grossa carenza formativa
nell’ambito del rischio biologico, con particolare riferimento
alle zoonosi. Inoltre, i dati raccolti dal Centro Bio-crime,
hanno dimostrato il crescente utilizzo della rete Tor, la
cosiddetta “dark net” da parte del crimine organizzato
transnazionale, con un conseguente incremento dei rischi sanitari.
“La protezione degli interessi economici e sanitari – spiega
Riccardi – richiede di rafforzare la lotta contro le attività
illegali, in particolare alle frontiere. Durante queste attività
ispettive e di indagine, le forze dell’ordine, i doganieri e i
medici e medici veterinari, sono spesso esposti a minacce
biologiche o agenti zoonosici senza aver ricevuto una formazione
tecnica e operativa adeguata. Inoltre, le nuove sfide in materia
di frodi nell’ambito “Green deal”, comprese quelle relative al
commercio illegale di animali e alimenti di origine animale,
richiedono una formazione specifica poiché la maggior parte delle
transazioni illegali sono ora effettuate on-line su internet
direttamente tra il venditore e il cliente”.