“Quanto mi costa la felicità”: un gioiello musicale di Matteo Sau che restituisce la poesia del vivere quotidiano | EFFE RADIO

“Quanto mi costa la felicità”: un gioiello musicale di Matteo Sau che restituisce la poesia del vivere quotidiano

Scritto da il 27/05/2024

“Quanto mi costa la felicità” del cantautore Matteo Sau, prodotto e distribuito da La Stanza Nascosta Records è un gioiellino che restituisce intatta la poesia del vivere quotidiano, con i suoi inciampi, le sue domande, le sue piccole conquiste e le  sue rinunce sofferte.

Vero e proprio artigiano della musica, Sau confeziona narrazioni profondamente autentiche, “storie minime” che sanno toccare le corde più intime dell’ascoltatore, assurgendo ad una dimensione di universalità.

“Quanto mi costa alla felicità” è un lavoro dalla natura profondamente empatica, che non può lasciare indifferenti o consentire un ascolto distratto; complice anche una vocalità estremamente espressiva, le storie raccontate da Sau finiscono inevitabilmente per affascinare, nel loro scavare nel routinario ed estrarre pezzettini di straordinario senza sensazionalismi o artifici, con apparente semplicità. Gli arrangiamenti di Salvatore Papotto vestono di tenui suggestioni psichedeliche le melodie, senza tuttavia snaturare la natura classica di un lavoro fortemente suggestivo e cinematografico.

Particolarmente emozionanti, a nostro avviso, la nostalgica “Ingresso Tesserati”, con un testo dalla forte grana poetica (Vuol ballare, stasera ho deciso di ridere e non di pensare/Come faccio, le sere che resto da solo a dormire sul braccio/Vuol giocare, perché non lo faccio da quando ho tagliato in due il mare/ Questa sera teniamola stretta perché a volte può anche scappare ) e “Così un giorno lei è partita”, con gli ottoni che suonano quasi una marcia funebre, a sancire un distacco doloroso. In “Contraddizioni” il delicato tema del femminicidio viene trattato senza retorica, con dolorosa crudezza; in particolare un verso risulta particolarmente efferato, quel Ti ombreggerò in silenzio senza che te ne accorga che racconta un micidiale annientamento psicologico. Particolarmente riuscita anche  “Canzone della bella sorpresa”, che sembra tratteggiare, nell’incontro con una voce femminile, l’alchimia di un universo domestico pacificato.

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