Legambiente su accordo A2A e Cgil Cisl Uil: una centrale a gas non ha futuro
Scritto da Davide Macor il 15/05/2020
Nulla sarà più come prima! I più lungimiranti ed avveduti lo stanno ripetendo da settimane e questo varrà anche per le produzioni di energia. L’intesa tra A2A e Organizzazioni sindacali su un nuovo polo energetico a Monfalcone, con combustibile fossile quale è il gas, non guarda al futuro.
Il “Green new deal” dell’Europa e tutti i provvedimenti normativi di incentivo sono orientati verso una decarbonizzazione dell’economia e, a testimonianza dell’inadeguatezza della proposta di A2A va detto che, nel primo bimestre di quest’anno, la domanda di energia elettrica a livello nazionale (in calo e non ancora intaccata dall’emergenza COVID-19) è stata soddisfatta per un terzo dalla produzione di fonti rinnovabili, con un trend in progressivo aumento nel futuro prossimo.
La Strategia climatica europea di lungo termine, proposta dalla Commissione Europea prevede uno scenario ad emissioni zero di CO2 nel 2050, adottando obiettivi di decarbonizzazione coerenti con il contenimento del riscaldamento globale entro 1,5°C. Un recente studio di Legambiente prevede di raggiungere tale obiettivo nel 2040, adottando una serie di azioni orientate a semplificare le autorizzazioni, aprire alle comunità energetiche e all’integrazione del fotovoltaico in agricoltura, spingere sui sistemi di accumulo, sull’efficienza energetica, l’elettrificazione delle città, il potenziamento di reti e interconnessioni, imprimere una spinta al biometano e ALl’eolico galleggiante.
Il ritardo per affrontare queste tematiche è evidente. A livello regionale è stato smantellato il gruppo di lavoro istituito per individuare un realistico progetto di ristrutturazione industriale dell’area della centrale, che avrebbe dovuto tenere insieme le esigenze ambientali, economiche ed occupazionali del territorio, ed ora sembra che ognuno vada per la sua strada, ognuno difendendo il proprio punto di vista.
Per Legambiente è assolutamente necessario che il tavolo tecnico-scientifico venga ricostituito, garantendo il protagonismo anche delle organizzazioni della società civile, per definire un Piano territoriale di riconversione industriale innovativo che non preveda l’uso di fossili e si ispiri a un vero Green New Deal.