Un’opera potente e popolare: le Aliene Sembianze di Roberto Michelangelo Giordi
Scritto da Davide Macor il 14/02/2022
ROBERTO MICHELANGELO GIORDI
Aliene Sembianze
(Edizioni Mariù)
14 tracce | 44 minuti
«Tutti noi italiani stiamo vivendo un periodo molto triste e angosciante. Aliene Sembianze parla degli ultimi, di quelli che ancora hanno la forza di lottare per disvelare il miracolo della bellezza. Credo fermamente che sia un’opera potente e popolare che merita tutta l’attenzione del pubblico e di chiunque abbia conservato una solida coscienza civile».
A tre anni di distanza dal fortunato Il sogno di Partenope, Roberto Michelangelo Giordi torna con il suo quinto album Aliene Sembianze (Edizioni Mariù): un lavoro ricco, intimo, sfaccettato, ideato e partorito nel biennio più difficile e impegnativo della storia recente. Durante il lockdown Giordi ha affidato alla musica e alla parola, alla voce e alla penna, l’urgenza espressiva di mettersi a nudo, scrivendo le quattordici canzoni che compongono l’album ma anche quattordici racconti di figure alienate che abitano il libro Aliene Sembianze. I protagonisti delle canzoni e dei racconti si muovono in cerca di universi paralleli dove riaffermare il senso della propria umanità, in un ponte ideale tra canzoni e narrativa.
Così sottolinea l’autore: «Credo che il disco e il libro siano due entità del tutto indipendenti ma comunque speculari. Ho voluto sperimentare la fuga dalla canzone inoltrandomi nei territori della prosa col desiderio di raccontare storie più articolate. E così, per ogni canzone ho scritto un racconto. Consideratelo pure un esercizio di fantasia, e forse di stile. Avevo voglia di raccontare in uno spazio linguistico più ampio la mia visione del mondo, di parlare dei personaggi che immaginavo da tempo. Tutte queste aliene sembianze sono figure in cerca di un riscatto da una società sempre più distopica e alienante. Anime in bilico tra la Terra e il Cielo, nelle quali ciascuno di noi può rispecchiarsi e trovare un parte di sé».
Roberto Michelangelo Giordi è un cantautore e scrittore partenopeo. Vive tra Parigi e Roma. Ha pubblicato quattro album: Con il mio nome (2011), Il soffio (2015), Les amants de Magritte (2017), Il sogno di Partenope(2019), gli ultimi due usciti anche in Francia. È diplomato al CET di Mogol, si è occupato della tradizione letteraria napoletana e del rapporto tra musica e testo nella canzone antica e in quella d’autore. Nel 2019 è stato tra i finalisti al Premio Tenco. Molti ricordano proprio l’affermazione del 2019 con Il sogno di Partenope, grazie al quale Giordi fu finalista al Tenco (categoria miglior interprete). Queste le differenze tra i due album: «Con Il sogno di Partenope ho voluto raccontare Napoli con un linguaggio più contemporaneo attraverso la contaminazione con le musiche del mondo. Con Aliene Sembianze, invece, mi sono messo completamente a nudo, filtrando il mio vissuto attraverso le storie di vita dei personaggi delle mie canzoni e dei miei racconti. Le loro inquietudini esistenziali sono un po’ anche le mie».
Aliene Sembianze è stato anticipato dal singolo La nuova Atlantide (con la partecipazione di Emilia Zamuner) e ha avuto il coinvolgimento di personalità come Piero De Asmundis (produttore artistico anche di questo quinto lavoro), Alessandro Hellmann, Dario Franco, Franco Giacoia, Sergio Sorrentino, Lino Cannavacciuolo, Mimmo Maglionico e tanti altri, che hanno arricchito un’opera che rinnova la tradizione della canzone d’autore italiana. Lo stesso Giordi rilancia il suo pensiero a proposito: «La canzone d’autore vive un periodo di profonda crisi estetica. Per un cantautore di oggi è difficile trovare nuovi sentieri percorribili. Si ha l’impressione che tutto sia stato già detto, ma non è affatto così. Tale crisi va imputata sicuramente alla volontà della pseudo cultura dominante che propugna costantemente l’appiattimento sonoro oltraggiando il canone. Come dice Paolino, uno dei personaggi dei miei racconti, bisogna tornare alle regole per essere di nuovo rivoluzionari. Sembra un paradosso, ma tornare a un’immagine del mondo più armonica può farci scrollare di dosso quei cliché ormai vetusti e profilare orizzonti e cammini più degni».
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