Songs of Shame è il terzo album di Arctic Plateau, in uscita in cd e digitale il 3 dicembre 2021 per Shunu Records (distr. Season of Mist)
Scritto da Davide Macor il 30/11/2021
Come una lunga serie di sensazioni tratte dalle esperienze personali di Divirgilio, collezionate nel tempo trascorso dall’ultima uscita della band, The Enemy Inside (Prophecy Productions, 2012), questo album è un compendio di amori perduti, occasioni perse, rimorsi mortificanti e un trauma duraturo, che sia questo autoinflitto o meno. È un disco profondamente personale che spesso punta il dito allo specchio e sussulta quando questi viene riflesso. Ma nella complessità della sua autoesplorazione prende anche vita come documento vivente dando l’opportunità all’artista di svoltare pagina e di provvedere all’ascoltatore con un’area di sicurezza dove poter guardare nell’oscurità, poterne provare liberamente le emozioni, e alla fine trovare una strada per poterla attraversare.
Le composizioni su Songs of Shame hanno lo stesso dualismo delle sue tematiche, utilizzando in maniera disarmante l’estetica ottimista del post-punk, controbilanciando i temi, spesso cupi, contenuti nei testi. Testi che attingono alla cruda auto-disapprovazione del proto-goth, alla nuda onestà dei cantautori, e all’enigmatica brillantezza del post-punk per donare all’ascoltatore un panorama sonoro assolutamente memorabile. Concentrare questi lamenti funebri attraverso le lenti di un qualcosa molto più luminoso e vivace fa raccogliere i semi della guarigione in un modo che sarebbe molto meno incisivo se fossero stati rappresentati, anche questi, in una forma cupa.
Mentre le tematiche del disco si focalizzano sui tanti fantasmi che ci perseguitano, è la musica ciò che li rende corporei e che crea una separazione tangibile e questo è, in ultima istanza, un atto di gioia appropriato alla vivacità che abbiamo osservato nel songwriting stesso. Songs of Shame è un album che riesce ad incanalare la tristezza ed esibire un animo torturato messo a nudo, ma c’è una maturità formidabile nella sua onestà ed un trionfo nella sua catarsi, che gli dona la duplice qualità di riuscire a dar sollievo all’ascoltatore, anche mentre ne riconosce lo sconsolante peso del portarsi dietro il dolore per lunghissimi anni.
1. Song of Shame (VIDEO)
2. Saturn Girl
3. No Need to Understand You
4. Dark Rising Sun
5. We’re Never Falling Down
6. The Bat
7. L’arsenale
8. Venezia
9. One Way Street
10. Red Flowers
11. Chlorine (Bonus Track)
Arctic Plateau è il progetto solista del produttore, musicista e cantautore romano Gianluca Divirgilio. Nel 2007 firma un contratto con l’etichetta tedesca Prophecy Productions (Alcest, Klimt 1918…). Il suo album d’esordio, On a Sad Sunny Day, esce il 12 giugno 2009; alle registrazioni partecipano Fabio Fraschini (session man dei Novembre) al basso e Cesare Petulicchio (Bud Spencer Blues Explosion) alla batteria. Nel 2011 partecipa a un EP split con i compagni di etichetta Les Discrets. Nel 2012 pubblica il secondo album, The Enemy Inside (Prophecy Productions); nello stesso anno Vincent Cavanagh degli Anathema lo sceglie per aprire il tour italiano della sua band. Dopo un silenzio di nove anni, ritorna con il nuovo album Songs of Shame in uscita il 3 dicembre per Shunu Records.