Quel fantastico mondo reggae dell’Overjam Festival
Scritto da Davide Macor il 21/08/2019
La dura vita dei giornalisti radiofonici. Pur di vivere al centro della musica io e il mio socio, Enrico “lo Zio” Turello, siamo andati a Tolmino per partecipare all’Overjam Festival. Molti mi hanno chiesto i perché di questa scelta. Per prima cosa mi piace il genere musicale che il festival offre, ma soprattutto, mai come in questo momento, inconsciamente, avevo bisogno di vivere in un luogo dove tutto unisce e dove la musica vuole proporsi come traino per un mondo migliore. Detto questo, entrando nello specifico, dell’Overjam trovo tutto fantastico. La location in primis: situato all’interno del parco di Tolmino, da una parte il confine lo fa il fiume Isonzo, uno dei più belli del mondo, dove è stata pensata una zona relax con bar, zona spiaggia, acqua limpida dove fare il bagno e palco dove viene passata musica quasi per 24 ore al giorno. Poi c’è la zona del main stage, dove avvengono i concerti, circondata da ristoranti di ogni genere ed etnia e da un piccolo bazar, dove si possono comprare magliette, vestiti, gadget del festival, farsi fare le treccine e simili; l’ultima parte è dedicata al campeggio, zona riposo. Ah già, quasi dimenticavo. Per i musicisti, organizzatori, stampa e simili c’è una zona relax dove sedersi, mangiare e scrivere, ben sistemata, con aria fresca e una precisissima zona interviste. Ma, detto questo, ora devo ben raccontarvi chi abbiamo deciso di ascoltare: Alborosie. Come chi è Alborosie? Per essere più specifico, passo la parola alla sempre precisa Wikipedia:
“Alborosie (inizialmente scritto Al Borosie), pseudonimo di Alberto D’Ascola, talvolta menzionato come Stena o Puppa Albo (Marsala, 4 luglio1977), è un cantante, beatmaker e musicista italiano naturalizzato giamaicano, ex leader e fondatore della band Reggae National Tickets, da anni trasferitosi in Giamaica per confrontarsi con la cultura reggae e rastafari”.
Dopo questa precisa descrizione, non posso che dirvi che abbiamo passato un sabato sera incredibilmente coinvolgente. Alborosie, infatti, ha fatto ballare tutto il pubblico per oltre due ore, ha cantato i suoi successi più famosi, ha incantato con Redemption Song, di Bob Marley e ha saputo gestire il palco nel migliore dei modi, facendo il protagonista e, allo stesso tempo, lasciando ampio spazio al proprio gruppo musicale, facendo cantare da solisti i coristi e suonare la band. Insomma l’Overjam per il secondo anno consecutivo mi stupisce e conforta. Attendo con ansia l’edizione del 2020.
Per conoscere al meglio il mondo dell’Overjam, ecco l’intervista all’organizzatore passata su www.efferadio.it, nel nuovo programma “Reggae International People“.
@davidemacor