PREMONIZIONI. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità. Di Riccardo Ferrazzi. dal 27 gennaio in libreria OLIGO | EFFE RADIO

PREMONIZIONI. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità. Di Riccardo Ferrazzi. dal 27 gennaio in libreria OLIGO

Scritto da il 26/01/2023

Riccardo Ferrazzi / Premonizioni. Punti di contatto tra umano e divino nell’antichità
Pagine 60, Euro: 13,00
In libreria per Oligo editore il 20 gennaio

Sogni, premonizioni e visioni dall’antichità al Cinquecento

Alessandro Magno, Giulio Cesare, Mosè, Gesù e, ancora, Costantino. Cosa hanno in comune? Hanno avuto delle premonizioni. Con sogni e visioni hanno intravisto porzioni di futuro. In questo breve saggio si parlerà di oracoli antichi (caldei, etruschi, greci e romani), ma anche di personaggi storici, uomini illustri e fondatori di grandi religioni, per provare a capire in cosa credessero le società che ci hanno preceduto.

«Gli antichi ritenevano che il destino di ogni uomo fosse scritto nella totalità della Natura in un modo inattingibile alla ragione dialettica; dunque, per squarciare il velo del futuro, bisognava collocarsi al di là della ragione. E per questo motivo sibille e indovini procuravano di raggiungere uno stato di “furore profetico”, naturale o indotto. Non è un’idea soltanto greca: i profeti ebrei asserivano di parlare invasati, al punto da essere niente più che una bocca attraverso la quale parlava Dio. Nella tradizione slava i veggenti sono persone mentalmente disturbate che, quando non profetano, sono considerate gli “scemi del villaggio”. In Siberia e fra i nativi americani gli sciamani erano (e sono, infatti ne esistono ancora) ritenuti come minimo degli originali. Una caratteristica comune ai profeti e veggenti di tutte le latitudini era che fossero un po’ folli o posseduti da uno spirito o almeno che avessero visioni durante il sonno. La comunicazione privilegiata dell’indovino con la Natura prendeva le mosse dalla convinzione che il cosmo non fosse governato dal caso, ma dal fato. Per i veggenti il futuro non è casuale e imprevedibile come il lancio dei dadi, ma discende da una ferrea logica trascendente. E siccome la logica del fato va ben oltre la ragione umana, per conoscere il futuro le sibille non cercavano di interpretare dei segni ma, al contrario, facevano tacere la ragione per entrare in sintonia con la Natura».

Riccardo Ferrazzi ha esordito con Il tempo, probabilmente (Literalia) che conteneva due racconti di Raul Montanari e due suoi. Ha tradotto numerosi libri dallo spagnolo insieme a Marino Magliani. Tra le opere recenti ricordiamo N.B. Un teppista di successo (Arkadia) e Il Caravaggio scomparso (Golem).

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