Oggetti ritrovati: la sfida lanciata dall’Ecomuseo
Scritto da Davide Macor il 30/03/2020
In questi tempi di vacanza forzata continuiamo a pensare a voi, la nostra giovane comunità del Gemonese: ci siamo fatti venire in mente un’idea per tenervi compagnia e allo stesso tempo accompagnarvi nella riscoperta di tradizioni e memorie che sarebbe un peccato dimenticare. La sfida che vi proponiamo è semplice, speriamo possa essere un gioco piacevole per unire tutta la famiglia attorno a un obiettivo comune!
1 #standoacasa andate a caccia, dalle soffitte alle cantine, passando per i giardini, di un oggetto appartenuto a bisnonni, nonni e genitori;
2 coinvolgete nonni e genitori nella challenge e fatevi raccontare tutti i segreti dei vostri oggetti ritrovati: qual è il loro nome in italiano e in friulano? quale la loro funzione? in che anno sono stati costruiti? a chi appartenevano? c’è un ricordo particolare legato a loro?
3 prendete appunti, riscrivete questi racconti e poi pubblicateli sui vostri profili Facebook o Instagram o su quelli di mamma e papà, obbligatoriamente assieme a un disegno o una fotografia degli oggetti, senza dimenticarvi di taggare @EcodelleAcque!
Tutti i disegni e le foto, accompagnati dai rispettivi racconti, verranno condivisi e poi raccolti in un album sul profilo Facebook dell’Ecomuseo, in modo da creare un vero e proprio archivio digitale dei vostri ricordi! Cos’altro possiamo dire? Che la ricerca abbia inizio!
Nelle foto di Nicola Picogna, due esempi di oggetti ritrovati: una zangola, in friulano “pigne”, risalente alla prima metà del Novecento, con accanto lo stampo per il burro. La zangola serviva per trasformare la panna in burro. Al mattino tutto il grasso del latte, lasciato riposare al fresco della notte, veniva raccolto con una spannarola e messo nella zangola, botticella che ruotando velocemente su sé stessa compiva la magia. Il burro così ottenuto veniva poi raccolto e messo in appositi stampi per dargli la giusta forma. All’interno della zangola restava il latticello, squisitezza che le moderne centrifughe non permettono più di gustare.