Misto: Zalukar, quale vigilanza sulle case di riposo triestine
Scritto da Davide Macor il 22/04/2020
“Quale vigilanza è stata attivata dall’Azienda sanitaria per le case di riposo triestine, ma anche cosa è stato fatto dopo l’avviso di pericolo trasmesso all’assessore regionale alla Salute da un residente dello stabile nel quale è inserita la casa di riposo La Primula, sempre a Trieste”. E’ quanto ha chiesto, con una interrogazione alla Giunta Fedriga, il consigliere regionale del gruppo Misto, Valter Zalukar, che in una nota una volta di più ricorda che “la segnalazione di rischio a La Primula era stata inoltrata a Riccardo Riccardi l’8 marzo, un mese prima del tragico epilogo. Ma ancora non si sa se sia stata attivata l’apposita Commissione di vigilanza dell’Azienda sanitaria a cui la normativa regionale attribuisce le funzioni di controllo sulle residenze per anziani non autosufficienti e a cui fa obbligo di attivarsi ‘d’iniziativa in caso di specifiche segnalazioni’, come recita l’articolo 40 del decreto del presidente della Regione (Dpreg) 0144/2015”. “Ho chiesto anche – prosegue Zalukar – di conoscere quale sia stata l’attività complessiva di controllo su queste strutture da parte dell’Azienda sanitaria, tramite la predetta Commissione, dopo il manifestarsi della pandemia. Pare evidente che le case di riposo e le residenze sanitarie assistenziali (Rsa) siano state principalmente infettate da ospiti inviati dall’ospedale e che pertanto dette strutture hanno subito il contagio divenendo solo in seconda battuta dei focolai”. “Il piano dell’Azienda sanitaria per la protezione dal contagio delle case di riposo – fa sapere il consigliere – porta la data del 27 marzo, di fatto un mese dopo il dilagare della Covid-19. E ciò nonostante dall’insieme dei dati epidemiologici del Friuli Venezia Giulia forniti dall’Istituto superiore di sanità, e altresì dalla fiorente letteratura scientifica internazionale, si evincesse fin da subito e con chiarezza che il virus dimostrava di essere particolarmente letale per due macro categorie, anziani e persone con una o più preesistenti patologie, e che in forza di questa evidenza andavano protette fin da subito le strutture per anziani oltre che gli ospedali. Gli alti livelli di infezione ospedaliera (che hanno portato alla chiusura di interi reparti) e di infezione in molte strutture per anziani, depongono per l’inadeguatezza delle misure di prevenzione adottate a Trieste”. “C’erano stati diversi richiami a prestare particolare attenzione a questi luoghi come possibili focolai del virus. Richiami evidentemente ignorati”, scrive ancora Zalukar, che aggiunge: “Rimane emblematico il caso de La Primula, inserita in un contesto condominiale che ha visto la totalità degli ospiti contagiata e di questi alcuni deceduti, nonché un decesso tra i residenti dello stabile nel quale è inserita la struttura”. “Al di là delle polemiche politiche, la questione dell’emergenza sanitaria va affrontata con un orientamento volto alla risoluzione dei problemi, che passa anche attraverso l’analisi critica degli errori commessi per porvi rimedio. Per questo – conclude – ho ritenuto di chiedere quale sia il programma attuale e futuro della Commissione di vigilanza dell’Azienda sanitaria triestina”.