Marta De Lluvia presenta “La festa che non c’era” un gioiello di canzone d’autore | EFFE RADIO

Marta De Lluvia presenta “La festa che non c’era” un gioiello di canzone d’autore

Scritto da il 02/11/2023

La festa che non c’era di Marta De Lluvia è un piccolo gioiello di canzone d’autore,
un testo cantato- secondo la definizione di Cotroneo- poi la musica può essere più o meno bella, tanto meglio se è bella, ma deve accordarsi soprattutto con il testo.
A colpire, ne “La festa che non c’era”, al di là della bellezza delle melodie, è soprattutto la forte letterarietà, la capacità dell’autrice di ricercare un significato non stereotipato a domande su temi esistenziali da sempre controversi.
La parola si fa gioco trasformativo, meccanismo inventivo, costruisce intorno a sé un parco metaforico tutto suo, profondamente inedito.
Il particolare angolo di visuale di De Lluvia, intriso di una sensibilità fuori dal comune, viene condiviso con l’ascoltatore, in uno spirito di empatia e condivisione.
La legittimazione dell’esperienza della vulnerabilità come condizione umana fisiologica e, in un certo senso, necessaria, è il filo rosso che unisce dodici tracce fortemente autobiografiche e , non per questo, meno universali.
La produzione artistica e gli arrangiamenti sono di Edoardo Petretti, con Federico Ferrandina agli arrangiamenti e alla direzione degli archi.
Gli arrangiamenti fondamentalmente acustici, con qualche spruzzata di elettronica e l’impiego di alcune chitarre elettriche, si pongono felicemente al servizio della parola.
La vocalità di Marta De Lluvia veste con carisma, intensità ed eleganza innata testi da antologia poetica.
Impossibile individuare i “pezzi” migliori di quello che è un puzzle poetico, che necessita, per essere apprezzato a pieno di tutti i tasselli; un quasi- concept sul tema controverso dell’appartenenza che segna un passo in avanti rispetto al pur pregevole “Grano” (Orange Home Records, 2019).
Possiamo indicare i brani dall’ascolto più immediato, quelli che da subito si imprimono nelle orecchie e nel cuore di chi ascolta: sicuramente “La festa che non c’era”(una sorta di abstract concettuale dell’intero lavoro) e la splendida “Domestica duna”, in cui la vocalità di De Lluvia è accostabile a quella della migliore Mannoia.

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