Juvenilia Bagnaria Rugby: la parola a Marco Mori, responsabile settore junior e allenatore U16 e U18
Scritto da Davide Macor il 29/01/2021
Cosa significa allenare per Juvenilia Bagnaria Arsa ?
allenare in un territorio dove fino a circa 10 anni fa il mondo della palla ovale non era conosciuto e, dove altre rispettabili realtà’ sportive operano da diversi lustri, e’ una sfida relazionale. ritengo che per radicarsi in un mondo nuovo ci voglia: disponibilità’ al dialogo, inventiva nel proporre metodologie educative di allenamento proprie di uno sport di combattimento come il rugby che smentiscano i falsi miti legati alla pericolosità’ ed alla violenza. in sintesi allenare per juvenilia bagnaria arsa rugby per me significa conquistare il cuore e le menti dei ragazzi, dei loro genitori e di quanti vivono la realtà’ locale dimostrando loro impegno, rettitudine, umiltà’, umanità’, inflessibilità’ davanti a certi comportamenti .
Perché’ allenare nel mondo del rugby?
sarebbe facile rispondere che il rugby trasmette alcuni valori ineguagliabili; tuttavia ritengo che lo sguardo dei ragazzi impegnati poco prima di una mischia o intenti ad un placcaggio, i chiarimenti a viso aperto del dopo partita e la certezza che anche se il nostro rugby non e’ perfetto, ma che abbiamo giocato ricevendo il rispetto degli avversari e’ impagabile. questi fattori, ti portano ad allenare i ragazzi cercando di infondere loro dei valori come il rispetto,la disciplina, l’umiltà’ e l’integrazione che li aiutano a prendere autostima evitando alcune storture proprie della quotidianità’.
Guardando al futuro cosa vorresti ottenere come allenatore?
personalmente mi ritengo già’ fortunato ad avere superato la fase preliminare per poter avere l’abilitazione a livello iii e nel futuro vorrei vedere a bagnaria giocare un gruppo di seniores. inoltre vorrei ottenere di trasmettere a questi giovanotti il messaggio, affinché’ a loro volta ne diventino latori, che senza sacrifici, disciplina, umiltà’ , rispetto e gratitudine nello sport, come nella vita non si va avanza e per un rugbista avanzare e’ tutto.
La soddisfazione più’ grande da allenatore?
Essere rientrato ad allenare nel 2017 dopo circa un anno di assenza, per motivi professionali, prendendo in mano un gruppo di u14 e averli portati ad un buon livello di autostima, di gioco, di gruppo e’ stata per me una bella e grande soddisfazione. vederli giocare a rugby compatti e solidali tra loro consapevoli dei loro mezzi e vicenti, alcuni ,sulle loro paure e’ stata per me una bella e grande soddisfazione.
Sogno nel cassetto come educatore?
Non voglio fare il vanitoso, ma forse l’ho raggiunto nel momento in cui alcuni giovani o loro genitori, mi confidano per stima per affetto alcuni loro personali problemi di vita quotidiana chiedendomi il mio punto di vista. una bella soddisfazione
Di cosa ha bisogno attualmente il rugby giovanile ?
seppur il momento a carattere generale e’ molto difficile, ed ha creato in alcuni ragazzi una certa confusione, a mio avviso il rugby giovanile ha bisogno di una scossa dal basso, ossia di una presenza costante di aiuto ai club più’ piccoli da parte delle componenti federali e dei vari comitati, al fine di condividere obiettivi, difficoltà’ e soluzioni che portino all’avvicinamento di nuovi giovani al rugby ed ad una crescita in termini sportivo/tecnici educativi di quelli già’ presenti limitandone gli abbandoni soprattutto nella fascia di età’ compresa tra i 16 e i 18 anni.
Come si vive questa pandemia da allenatore?
ho cercato, mediante lo studio e la condivisione di alcune scelte di programmazione strutturale degli allenamenti con i responsabili del comitato di non fare mai pesare ai ragazzi il clima generale che si percepisce in questo periodo di pandemia, cercando di fornire loro degli stimoli continui rispettando le norme e parlando spesso con i ragazzi in campo ed al di fuori, sempre con estrema franchezza e risolutezza.