Istruzione, sport d’alto livello, giovani, futuro e le preoccupazioni di una mamma friulana in vista della maturità del figlio | EFFE RADIO

Istruzione, sport d’alto livello, giovani, futuro e le preoccupazioni di una mamma friulana in vista della maturità del figlio

Scritto da il 19/04/2020

Periodo difficile questo del Covid-19. Periodo ancora più impegnativo per i tanti giovani che si stanno costruendo il futuro tra università, scuola ed esami di maturità; tra incognite, dubbi e tante/troppe domande. Abbiamo così ricevuto una lettera di una mamma che ha deciso di scrivere al Ministro dell’Istruzione, dove spiega le preoccupazioni sue, ma sicuramente di tutte le mamme/famiglie, rispetto alla maturità del proprio figlio che è uno sportivo semi/professionista a tutti gli effetti – ma si potrebbe usare come riflessione generale per il parallellismo che spesso si crea attorno al rugby d’alto livello e l’istruzione ndr.

Riceviamo e con piacere pubblichiamo.

“Buongiorno Ministro Azzolina,

non so se questa mail verrà mai letta ma … la speranza è l’ultima a morire e io sono una mamma molto ma molto preoccupata per cui ci provo personalmente a raggiungerLa e Le chiedo di leggerla fino in fondo.

In questi giorni si sono letti tanti DL e tutti ci hanno spaventato, chi per la salute, chi per il lavoro, chi per l’istruzione. Ed è qui che abbiamo bisogno assolutamente di Lei. Le chiediamo di mettere una mano sulla coscienza, ascoltare la voce di tutti e mettersi anche nei nostri panni. Capisco che non possano esserci modalità differenti perchè ognuno ha le sue problematiche ma Lei, con il DM del 6 aprile a comma 7, ha fatto DIFFERENZE tra studenti interni ed esterni. Ha ammesso alla maturità tutti gli studenti interni, anche i non meritevoli …  ma capisco visto la situazione … avrebbero potuto recuperare negli ultimi mesi … in questo modo ha evitato un sacco di ricorsi al TAR … ma ha lasciato fuori, facendo sostanziali differenze, gli studenti esterni. PERCHE‘? Che cosa hanno di diverso? Ascolti la nostra storia così capisce:

Io sono una mamma di un atleta di “alto livello”, con la passione del gioco del  rugby, che ha onorato la maglia con la nazionale ITALIANA under 17, under 18 e quest’anno stava partecipando a quella under 20, fino a quando è arrivato questo virus che gli ha tolto anche il mondiale di categoria.

Questi ragazzi sono dei giovani che all’età di 15 anni sono stati selezionati per il loro talento a frequentare delle Accademie, lontani dalla propria casa, lontani dai soliti amici, lontani dai vecchi compagni di classe, non tornando a casa al week end … per cercare di inseguire un sogno … un sogno fatto da sacrifici incredibili, fatica fisica e mentale, che li ha costretti a crescere velocemente e maturare molto prima dei loro coetanei . Hanno dovuto rimettere in discussione tutta la loro vita fino a quel momento,  a partire dalle loro abitudini, portando avanti scuola e sport. Ma sport già professionistico.

A settembre dell’anno scorso alcuni di loro sono stati selezionati per fare un ulteriore salto sportivo professionale e sono stati ammessi all’ Accademia Ivan Francescato under 20, la cui dislocazione federale è a Remedello, un piccolo paesino sperduto nelle campagne in provincia di Brescia, una delle zone più colpite da questo Coronavirus. In questo paese e nei dintorni  non sono presenti tutti gli indirizzi scolastici e noi, per appoggiare e sostenere i nostri ragazzi, abbiamo dovuto iscriverli ad una scuola privata affinchè ci permettesse di finire l’ultimo anno delle superiori… non avevamo scelta … quella era l’unica soluzione … non avevamo scuole …e poi abbiamo scelto di fare l’esame finale nella stessa scuola che avevamo frequentato precedentemente, non abbiamo scelto scorciatoie.

Quindi noi genitori abbiamo sostenuto il costo  di scuola privata a Brescia con non pochi sacrifici, ogni giorno  50 minuti di strada ad andare e 50 a tornare … e tutto per continuare a non fargli perdere la strada maestra che è quella dell’istruzione, della formazione, della crescita di quello che in futuro, una volta terminata la loro attività sportiva gli permetta di entrare nel mondo del lavoro … e mi creda cara Ministro … che i ragazzi che fanno attività sportiva sono molto ma molto più preparati alla vita di un loro pari età perchè hanno dovuto già imparare a scontrarsi con il mondo adulto, hanno già dovuto imparare ad organizzare il loro tempo per riuscire a portare avanti entrambe le cose, hanno dovuto già provare sulla loro pelle cosa vuol dire essere autonomi, essere “soli”, essere “GRANDI”; e il Suo comma 7 gli sta togliendo la terra da sotto i piedi  perchè avrebbe previsto l’esame di ammissione IN PRESENZA a emergenza finita … e quando sarà finità? Io ho una sorella anestesista in terapia intensiva a Udine … so cosa è questo virus … so cosa ci aspetta … e Lei con questo comma 7 rischia di non fa diplomare  ragazzi che hanno dovuto frequentare una scuola privata … non ci permette di  poter terminare un ciclo di studi per poi affrontarne da settembre un’altro … quello dell’università … perchè  IN PRESENZA? , quando sarà mai possibile? A settembre? no … a settembre sarà come ora … e allora? perderanno l’anno? Sa cosa succede se questi ragazzi perderanno l’anno perchè l’esame in presenza non si potrà fare? 

Ecco … con questo Le chiedo, ma so che posso parlare a nome di tutti quei genitori i cui ragazzi si trovano nelle stesse condizioni del mio, che i ragazzi possano essere trattati nella stessa identica maniera degli interni … non faccia differenze … sono ragazzi che hanno già fatto tanti sacrifici … li consideri come tutti gli altri. Sono sicura che tante FEDERAZIONI SPORTIVE avranno questo stesso nostro problema per i loro atleti dell’alto livello.

Nella speranza di leggerLa con un provvedimento differente al precedente, con il cuore in mano La saluto cordialmente”.

 

Riflettiamo.


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