Gabrovec, galleria Tav in Carso follia economica e ambientale
Scritto da Davide Macor il 06/05/2020
(ACON) Trieste, 5 mag – L’idea quantomeno bizzarra di scavare una galleria ferroviaria di decine di chilometri nel ventre del Carso, tra Monfalcone e Aurisina, ricorda molto la fenomenologia dei fiumi carsici: all’improvviso scompare, per riaffiorare nuovamente ogni qualvolta le ex Ferrovie dello Stato si mettono a narrare i loro progetti per il futuro. Così è stato recentemente nel corso di un’audizione in Consiglio regionale, dove i rappresentanti delle ferrovie hanno nuovamente riproposto la variante sotterranea del Carso”. Lo scrive in una nota Igor Gabrovec, esponente regionale della Slovenska Skupnost. “Va ricordato che le comunità locali, così come le amministrazioni comunali, hanno sempre espresso negli anni il loro parere contrario a tale progetto, motivandolo con argomenti di natura geomorfologica ed economici. A fronte di un recupero in termini di tempi di percorrenza nell’ordine di poco più di cinque minuti – riflette Gabrovec – si andrebbe a intraprendere lo scavo di una galleria del costo stimato in quasi un miliardo di euro per guadagnare, sottolineo, pochi minuti”. “Non meno grave – fa presente ancora il consigliere della Ssk – il danno ambientale per un traforo di decine di chilometri in un’area contraddistinta da innumerevoli cavità conosciute e altre ancora celate, con ripercussioni sui centri abitati sovrastanti, o comunque vicini, e sul delicato e tutt’ora sconosciuto sistema dei corsi d’acqua sotterranei da cui si alimentano i bacini di captazione idrica per gli acquedotti”. “Comuni interessati e Regione rispondano nuovamente – incalza Gabrovec – con un sonoro e unitario diniego alla riproposizione di soluzioni folli che non fanno che ritardare un più che necessario ammodernamento dell’attuale tratta ferroviaria che, con investimenti di pochi milioni di euro, potrebbero reggere e migliorare di gran lunga le proprie capacità sia in termini di qualità che di quantità delle merci veicolate”. “Senza dimenticare – conclude il consigliere di Minoranza – le barriere fonoassorbenti, altra nota che trova sorde le orecchie dell’amministrazione ferroviaria”.