Fvg Sensibile rende fruibili a tutti i propri cortometraggi ambientali
Scritto da Davide Macor il 29/04/2021
I documentari verranno pubblicati sui canali social del progetto: “Gli alberi non fanno la guerra” di Stefano Giacomuzzi, ”, “Rifiuti: chi cerca di fare del proprio meglio” di Fabio Pappalettera e “Acqua fossile” di Matteo Sacher. Fvg Sensibile si propone, attraverso questi tre cortometraggi, che raccontano le bellezze del Friuli Venezia Giulia e le storie di chi volontariamente le salvaguardia, di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza di adottare comportamenti adatti a contrastare l’impatto ambientale del genere umano sul pianeta. “La nostra idea è quella di diffondere una visione green del presente e del futuro – commenta Fabio Pappalettera, uno dei tre registi- vorremmo interagire con il mondo delle scuole così da poter programmare quelle conferenze che erano nel nostro progetto iniziale. Chiaramente covid permettendo”. Ma cosa rappresenta Fvg Sensibile? Questa idea si identifica in un gruppo di videomaker, registi, professionisti e comunicatori riuniti per puntare i riflettori sulla questione ambientale che tutti ci troviamo ad affrontare al giorno d’oggi.
Di seguito le sinossi dei tre corti
Matteo Sacher – regista, “Agricoltura: acqua fossile”
Sinossi
L’agricoltura è l’attività umana che dipende maggiormente dal terreno e dalla sua fertilità. Al tempo stesso, essa necessita di un elemento altrettanto fondamentale: l’acqua, che accomuna gli esseri viventi da monte a valle. Avendo il privilegio di utilizzarla ogni giorno, l’uomo dà ancora per scontata la sua inesauribilità quando invece sta sfruttando più di quello che la natura gli offra. Il Friuli-Venezia Giulia ha la fortuna di essere un territorio piovoso, ma è anche fragile: le riserve idriche della regione stanno subendo pesanti contaminazioni. Ma forse questo processo non è del tutto irreversibile.
Il video lo potete trovare qui: https://youtu.be/bUcP0nPf-Pk?list=PLTPY-ZC2Fk5w5SpDysROhS0dCKMjWdiI-
Stefano Giacomuzzi – Regista, “Gli Alberi non fanno la guerra”
SinossiNell’ottobre del 2018 la tempesta Vaia ha colpito i territori del nordest italiano causando la distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste. Si tratta di un evento senza precedenti in Italia la cui causa è riconducibile al riscaldamento globale. A seguito di questo disastro ecologico Andrea Maroè, presidente della Giant Tree Foundation, ha dato inizio al progetto “Fai nascere un Bosco Nuovo” che prevede la riforestazione di diversi boschi distrutti dalla tempesta. Andrea ha ideato questo progetto consapevole che non avrà modo di vederne il risultato: sono necessarie diverse decine di anni affinché le foreste distrutte possano tornare come prima. Inoltre Andrea ritiene di essere del tutto pessimista sul futuro del nostro pianeta e ha poca fiducia che l’uomo possa invertire la spirale di distruzione a cui ha dato inizio nell’ultimo secolo. Dunque perché fa ciò che fa? Cosa lo spinge a piantare alberi? Questo documentario, che si propone di sensibilizzare ed educare sul tema del cambiamento climatico e sull’impatto degli alberi sul clima, si chiede che cosa abbia l’uomo da imparare dagli alberi e in fondo indaga i motivi che spingono un uomo a piantare una foresta, spinto da un disarmante altruismo e amore per la vita sulla terra.
Il video lo potete trovare qui: https://youtu.be/qA1uIJB4zQM?list=PLTPY-ZC2Fk5w5SpDysROhS0dCKMjWdiI-
Fabio Pappalettera – videomaker/fotografo/dronista, “Chi cerca di fare del proprio meglio”
Sinossi
Nel 2020 siamo arrivati ad una produzione di rifiuti che non si era mai raggiunta prima grazie ad una cultura basata su un’economia lineare dove si produce costantemente, si consuma e si getta, per lo più materiali che si disgregano in centinaia d’anni e la cui composizione chimica reca danni alla natura e agli organismi viventi tra cui inesorabilmente l’uomo. Cosa possono fare dei semplici cittadini contro lo sviluppo economico ? Apparentemente niente, ma sul Carso Triestino vediamo un gruppo di volontari chiamati SOS CARSO che si prendono del tempo extra lavoro per sudare, sporcarsi le mani e rischiare di ledere pur di dare un buon esempio in contrasto a questa falda del sistema dove vediamo nel corso degli anni una scorretta gestione dei rifiuti oltre che la loro produzione senza un riutilizzo. Restando sempre nella zona carsica costiera del Friuli Venezia Giulia ascoltiamo alcuni dei dati statistici terrificanti, spiegati dal biologo marino della Riserva Marina WWF di Miramare Carlo Franzosini, inerenti all’introduzione e permanenza dei rifiuti, in particolare della plastica, nel Mar Mediterraneo il quale non avendo un grande sbocco sull’Oceano questo problema viene amplificato risalendo la nostra catena alimentare. Delle soluzioni perlomeno per mitigare questo problema ci sono, bisogna rompere le barriere di comunicazione!
Il video lo potete trovare qui: https://youtu.be/B3ZQDzaNFw4?list=PLTPY-ZC2Fk5w5SpDysROhS0dCKMjWdiI-