Fondi comunitari: Zilli, politiche flessibili per affrontare emergenza
Scritto da Davide Macor il 24/04/2020
“Il percorso della programmazione europea
2021-2027 che unisce i fondi comunitari Fesr e Fse ha subito a
tutti i livelli, europeo, nazionale e regionale, uno stallo a
seguito dell’emergenza Covid-19. Proprio in virtù di questa
situazione di estrema incertezza, la Giunta regionale ha
formalizzato al Governo centrale la richiesta di verificare con
la Commissione europea la possibilità di prolungare la validità
del periodo di programmazione 2014-2020 di almeno un anno e, al
contempo, di usufruire, all’interno dell’attuale quadro, di una
quota parte delle risorse della prossima programmazione
2021-2027. Sul punto, abbiamo interessato il Governo centrale per
una verifica della fattibilità della proposta con le istituzioni
comunitarie”.
È quanto ha rimarcato l’assessore regionale alle Finanze con
competenza su specifiche intersettoriali Por Fesr 2014-2020,
Barbara Zilli, nel corso dell’audizione, in via telematica, con
la V Commissione presieduta da Diego Bernardis e con la
partecipazione del presidente del Consiglio regionale, Piero
Mauro Zanin. I temi all’ordine del giorno hanno riguardato la
riprogrammazione dei fondi strutturali e di investimento europei
e la nuova fase di programmazione europea per far fronte
all’emergenza sanitaria ed economica provocata dal Coronavirus.
“L’interlocuzione della Giunta regionale nei rapporti con il
Governo – ha sottolineato Zilli – è costante ma non è la Regione
che può decidere in autonomia sul trasferimento delle risorse
comunitarie; il rapporto con l’Esecutivo nazionale è
indispensabile affinché lo stesso possa relazionarsi in modo
efficace con la Commissione europea”.
“Lo Stato ha proposto di recente alle Regioni una
riprogrammazione comune di una quota di risorse non ancora
utilizzate (pari al 12-18%) di tutti i programmi operativi
regionali (Fesr e Fse) e nazionali per introdurre un pacchetto di
nuove azioni a favore dell’emergenza – ha spiegato Zilli -;
questo meccanismo andrebbe a beneficio di quelle Regioni, in
particolare del Sud, che sono indietro con l’utilizzo dei fondi
della programmazione europea, ma non sarebbe favorevole per
quelle virtuose come il Friuli Venezia Giulia il cui stato dei
rispettivi programmi è in fase avanzata e, quindi, con minori
disponibilità di risorse da riprogrammare. A copertura di
eventuali interventi lasciati privi di risorse comunitarie la
proposta di accordo prevede il ricorso a fondi Fsc, ma l’accordo
è ancora a livello di negoziazione tra Stato e Regioni”.
Zilli ha fatto anche il punto sulle modifiche del quadro
regolamentare europeo per rispondere all’emergenza, evidenziando
come “la finalità è di garantire maggiore flessibilità nella
riprogrammazione dei programmi 2014 – 2020 prevedendo la
possibilità di introdurre nuove azioni volte a fronteggiare
l’emergenza sanitaria e di intervenire anche in ambiti diversi da
quelli previsti dai fondi strutturali”.
Durante l’audizione, l’assessore ha tracciato il quadro sui
principali programmi cofinanziati da fondi europei gestiti
dall’Amministrazione regionale, ovvero il Programma europeo di
sviluppo regionale (Por Fesr), il Programma del fondo sociale
europeo (Por Fse), il Programma di sviluppo rurale (Psr) e il
programma di cooperazione transfrontaliera Interreg
Italia-Slovenia per il quale la Regione Friuli Venezia Giulia è
Autorità di gestione.
“Lo stato dell’arte del Por Fesr 2014-2020 – ha evidenziato –
presenta un avanzato livello di attuazione che supera ampiamente
la media italiana. Le risorse finanziarie del programma sono pari
a 231 milioni di euro a cui l’amministrazione regionale ha
affiancato di sua iniziativa un piano aggiuntivo di risorse
regionali pari a quasi 89 milioni di euro, per un totale
complessivo di 320 milioni”.
Nel dettaglio, lo stato di avanzamento del programma, al 21
aprile, rileva che le risorse complessivamente attivate tramite
le procedure di bando esperite e in corso sono 301,5 milioni di
euro, corrispondenti al 130,6% della sua dotazione Fesr, mentre
le risorse impegnate monitorate sono 195,6 milioni di euro,
corrispondenti al 84,8%. I pagamenti monitorati, a fronte delle
operazioni realizzate, sono invece 116,3 milioni di euro,
corrispondenti al 50,4%.
Quanto alle risorse disponibili sulla base della riprogrammazione
in corso, l’esponente della Giunta Fedriga ha evidenziato come
“le uniche risorse che risulterebbero oggi realisticamente
riprogrammabili hanno carattere residuale, nell’ordine del 4% del
totale del programma e sono comunque, attualmente, oggetto di un
approfondimento riguardo l’effettivo ammontare e la loro più
utile destinazione”.
Zilli ha fatto, poi, il punto sullo stato dell’arte della
programmazione del Por Fse: “Le risorse finanziarie del programma
sono pari a 276.427.814,00 euro, a cui si aggiungono 9.269.496,41
euro a valere sul programma attuativo regionale (Par). Il dato
riferito alle attività complessivamente programmate nell’ambito
dei Ppo (Pianificazione periodiche delle operazioni), attività
realizzate e chiuse, in corso, pianificate e ancora da attivare,
ammontano a 265.292.343,51 euro corrispondente al 95,97% del Por
Fse”.
Sul versante agricolo, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo
rurale (Feasr), nell’attuale periodo di programmazione europea
2014-2020, sostiene l’attuazione di interventi tramite i
Programmi di sviluppo rurale (Psr); la dotazione finanziaria di
quest’ultimo, nel periodo 2014-2020 per il Friuli Venezia Giulia,
è di circa 292,3 milioni di euro di cui quota Feasr pari a 126,04
milioni di euro mentre la rimanente parte è cofinanziata da Stato
e Regione.
“Al 31 marzo 2020 il programma ha registrato un buon livello di
attuazione – ha proseguito Zilli -. Le risorse complessivamente
attivate tramite le procedure di bando esperite e in corso sono
pari a 283,1 milioni di euro, corrispondenti al 97% della
dotazione complessiva, quelle impegnate a favore dei beneficiari
sono pari a 275,6 milioni di euro corrispondenti al 94,3%, mentre
le risorse liquidate a fronte delle operazioni realizzate sono
134 milioni di euro, corrispondenti al 46%. Delle risorse non
ancora attivate (il 3%), una quota parte è riservata ai bandi
annuali programmati”.
Infine, sul programma di Cooperazione Interreg tra Italia e
Slovenia, Zilli ha ricordato i fondi a disposizione pari a
92.588.181,00 di cui 77.929.954,00 a carico del Fondo europeo di
sviluppo regionale ed 14.658,227,00 quale confinanziamento
nazionale pubblico e privato.
Nel 2019, il Programma ha allocato tutti i fondi disponibili (per
un impegno del 99,7% di spesa) ed ha mantenuto un ottimo livello
di spesa e un elevato livello di performance finanziaria,
superando di larga misura i target di spesa annuali fissati dalla
Commissione Europea. Il programma ha finanziato 60 progetti con
352 beneficiari.