Festival Dedica 2020 si farà a novembre
Scritto da Davide Macor il 18/09/2020
Novità d’autunno per il festival “Dedica” di Pordenone, fermato lo scorso marzo a una settimana dall’inaugurazione, con le prime misure prese per contrastare l’emergenza Covid.
L’edizione 2020, dedicata allo scrittore di origine libica Hisham Matar, sarà infatti riproposta dal 21 al 24 novembre, anche se con un programma in parte riveduto, a causa delle difficoltà soprattutto legate alla presenza degli ospiti provenienti dall’estero, a cominciare dallo stesso autore protagonista, che non ha mai lasciato la sua casa di Londra, fin dall’inizio della pandemia.
Non mancheranno comunque le voci più importanti del cartellone già presentato a febbraio, a cura di Claudio Cattaruzza, nuovamente declinato in una serie di appuntamenti che si svolgeranno in streaming e in presenza di pubblico, seppure contingentato dalle regole anti-Covid per l’accesso ai luoghi di spettacolo. L’anticipazione arriva in occasione della sinergia culturale con il festival udinese “Vicino Lontano”, slittato anch’esso dalla primavera a fine settembre, che assegnerà il Premio Terzani allo scrittore Amin Maalouf, già protagonista di Dedica nel 2002.
“Un segnale di ripartenza doveroso per l’affezionato pubblico di Dedica, che non ha mai mancato di far sentire il proprio affetto e la propria vicinanza in questi mesi” afferma Antonino Frusteri, presidente di Thesis, associazione che promuove il festival con il rinnovato sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone, di PromoturismoFVG, della Fondazione Friuli, dello special partner Servizi CGN, con il contributo di COOP Alleanza 3.0, BCC Pordenonese e Monsile, AssiLab Previdenza e servizi e la partecipazione di Giulio Einaudi Editore e della Libreria Giavedoni di Pordenone.
“Dedica a Hisham Matar”, i cui dettagli saranno resi noti nelle prossime settimane, mette al centro l’opera letteraria dello scrittore nato in Libia (oggi cittadino inglese), vincitore del premio Pulitzer 2017 con The return. Fathers, sons and the land in between, Penguin 2016 (Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro, Einaudi 2017), racconto struggente e potente del suo ritorno in patria, dopo un esilio durato più di trent’anni, e della ricerca del padre Jaballa, tra le voci dell’opposizione al regime di Gheddafi e per questo sequestrato nel 1990, imprigionato e fatto sparire per sempre. Questa tragica scomparsa ha influenzato in maniera decisiva la scrittura di Matar, i cui romanzi, tradotti in più di trenta lingue, sono editi in Italia da Einaudi. Il suo titolo più recente è A Month in Siena (traduzione italiana: Un punto di approdo, 2020), pubblicato proprio nell’imminenza delle date del festival lo scorso febbraio, che sarà al centro di uno degli appuntamenti anche nel nuovo programma autunnale.