Decolla il Rototom Sunsplash: il festival reggae che unisce più generazioni
Scritto da Davide Macor il 13/08/2022
Più di 80 concerti e un vasto programma extra-musicale nelle dieci aree culturali che riempiono la sede di attività rendono l’evento un’esperienza adatta per tutte le età.
L’evento celebra il suo 27° anniversario dal 16 al 22 agosto 2022 in Spagna, a Benicàssim.
Benicàssim | Venerdì 12 agosto 2022
Agli aggettivi internazionale, multiculturale ed eclettico, Violeta Palazón ne aggiunge un altro per definire il Rototom Sunsplash: intergenerazionale. Questa fotografa di Castellar del Vallés (Barcellona), assidua frequentatrice del festival internazionale del reggae sin dal suo arrivo a Benicàssim nell’agosto 2010, afferma che l’idiosincrasia dell’evento culturale è ciò che lo rende piacevole per qualsiasi tipo di pubblico, indipendentemente dall’età. Violeta ha vissuto edizioni da sola, con il suo compagno, con le sue figlie Álex e Zoe (che ora hanno 14 e 15 anni e con le quali tornerà quest’anno) e con i suoi genitori e suoceri.
Un’esperienza intergenerazionale che Violeta racconta poche ore prima che il Rototom Sunsplash torni a ruggire: dal 16 al 22 agosto, nell’area concerti di Benicàssim, uno spazio accessibile e sicuro, pensato anche per piccoli spettatori e con ampi spazi che evitano sovraffollamenti. Lo farà con 73 ore di musica e più di 80 concerti e sessioni sui suoi sei palchi; con un’offerta di attività, conferenze e workshop distribuiti in una decina di aree culturali e di svago; e con 40 proposte gastronomiche planetarie in grado far viaggiare il palato intorno a quel mondo che è il Rototom Sunsplash stesso.
Violeta (44 anni) ricorda ancora come ha saputo della prima edizione del festival in Spagna: “L’ho visto su Internet e ho detto subito al mio compagno: C’è un festival reggae a Benicàssim! All’epoca le mie figlie avevano 2 e 4 anni. Ci siamo guardati e ci siamo detti: andiamo!” E così han fatto fino ad oggi. Violeta il secondo anno si è iscritta a un workshop di fotografia di una settimana che lo ha portata, nel 2012, a far parte del team ufficiale di reporter del festival.
“Il mio primo Rototom mi è sembrato incredibile: all’improvviso è stato come trovarsi in uno spazio in cui si può essere a un concerto, ma in un formato da piccola città; un luogo in cui si generano piccole comunità, in cui si incontrano persone, sul posto o nel campeggio, che vengono per mille motivi diversi: per la line-up, per le attività, per avere una bancarella al mercatino, per fare volontariato… E si entra in contatto”, dice. Qualcosa di simile è accaduto ad Alex e Zoe, le sue figlie. “A loro è piaciuto incontrare persone che già conoscevamo a Barcellona. Qui si sono fatte molti amici. E la routine di sedersi con loro per un waffle o un’horchata, incontrarsi a cena e poi andare ai concerti è veramente bello”.
Da bambini, e accompagnate per diverse edizioni anche dai nonni, Mercè e Pere, e da Salvador e Susa (tra i 65 e i 70 anni), i palcoscenici più frequentati dalle due piccole sono stati quelli destinati al pubblico familiare: dal Magicomundo al Mercato Artesano o al Jamkunda (il nuovo spazio che riformula il cosiddetto African Village). Questi spazi offrono un’ampia gamma di alternative per il tempo libero, il divertimento e l’apprendimento, ogni pomeriggio fino al tramonto, che segna l’inizio dei concerti. “I miei genitori hanno vissuto il festival soprattutto di pomeriggio, anche se hanno assistito ad alcuni concerti; hanno sempre detto che la cosa che gli è piaciuta di più è che era come una piccola città, vedere persone di tante età, gli spettacoli circensi… e bere frullati di frutta”, sorride.
Le figlie di Violeta, Álex e Zoe, ormai adolescenti, tornano quest’estate al festival, che dedica una delle sue aree, la Teen Yard, al pubblico più giovane. Dotato di un’area skate, ogni pomeriggio questo spazio offrirà lezioni di radio, editing musicale e beat box, sessioni di twerk femminista e workshop introduttivi di fotografia, che saranno tenuti da Violeta Palazón. Un workshop con cui chiude il cerchio e con cui torna a quella sessione del 2011 che l’ha unita, allora come studentessa, ancora di più al Rototom.
“Dopo due anni di pausa, ho voglia di incontrare di nuovo le persone e di vivere il Rototom. Il festival sono le persone che lo vivono. Sono queste le dinamiche. Il ritmo che si genera. Vedere come in pochi minuti la spianata di fronte al Main Stage si riempie di vita”, racconta. “E voglio vedere Burning Spear! È passato molto tempo dall’ultima volta che si è esibito ed è uno dei miei preferiti da quando avevo 20 anni”, aggiunge. “Ma sono sicuro che ci saranno molti altri artisti che scoprirò, perché questo è il bello del Rototom: ti dà l’opportunità di scoprire”.
I sei palchi aprono la porta all’apprendimento e all’esperienza di cui parla Violeta. Nel suo 27° anniversario, il Rototom suonerà reggae, roots, dancehall e afrobeat, ma anche ska, hip hop, balkan e cumbia. Gli headliner di questo orizzonte sonoro saranno il già citato Burning Spear – 22 agosto – insieme ad altri referenti del roots come Luciano, Black Uhuru, The Abyssinians, Max Romeo, Clinton Fearon o Sly Dunbar & The Revolutionaries; e il reggae più attuale dei Marley (Damian ‘Jr. Gong’ e Julian), Morgan Heritage e Alborosie. L’apertura del Rototom Sunsplash all’Afrobeat avverrà con Davido. Ci saranno anche ska (The Skatalites), dub (O.B.F), dancehall (Sean Paul), hip hop (Mala Rodríguez) e cumbia, con La Dame Blanche.