Dalla caduta dell’URSS alla “guerra dell’acqua”: 10 documentari per capire il conflitto fra Russia e Ucraina
Scritto da Davide Macor il 11/02/2022
La fine della guerra tra Russia e Ucraina, iniziata nel 2014, sembra lontana: le crescenti tensioni fra i due paesi, per determinare lo status della Crimea e del Donbass, occupano ancora oggi le pagine dei quotidiani, attirando l’attenzione di una comunità internazionale alla costante ricerca di una soluzione di pace.
Per comprendere meglio le origini e l’evoluzione dello scontro tra i due paesi, il canale culturale Arte in Italiano (arte.tv/it), presenta 10 documentari per capire il conflitto fra Russia e Ucraina. Dalla caduta dell’URSS alla “guerra dell’acqua” nell’area del Donbass, passando per il modello multiculturale di Kharkiv e il continuo afflusso di turisti in Crimea, la selezione di titoli di Arte in Italiano offre un’ampia e approfondita panoramica della situazione fra i due paesi, raccontata dalle vive voci dei protagonisti coinvolti nel conflitto.
Tutti i titoli sono fruibili gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.
Russia-Ucraina: di chi è la Crimea?
Nell’inverno del 2014, la Crimea venne occupata dalle truppe dell’esercito russo che, approfittando delle proteste anti-corruzione e pro-Unione Europea della classe media a Kiev, agirono indisturbate. All’epoca, diversamente da quanto successo nel Donbass, l’Ucraina non mandò l’esercito. Ma oggi, la Crimea, è ucraina o russa? Russia-Ucraina: di chi è la Crimea? è il documentario che cerca di rispondere a questa domanda.
Codice per embeddare il documentario:
Kharkiv: la ricerca d’identità con la guerra alle porte
Kharkiv è la seconda città dell’Ucraina ed è situata a soli 200 Km dal conflitto con i russi e i separatisti del Donbass. Modello di multiculturalismo e fucina di creativi – scrittori, cantanti, video-maker, street artist -, Kharkiv è anche la città che ha raccolto 200.000 rifugiati di guerra e dove il cambiamento del rapporto con la comunità russa ha destabilizzato i suoi abitanti, ancora alla ricerca di un’identità. In questo documentario, gli artisti invitano i cittadini a uscire dall’anonimato e a schierarsi.
Ucraina: la guerra dell’acqua
Da sette anni, il conflitto tra i separatisti filo-russi e l’esercito di Kiev infiamma l’est dell’Ucraina: come sempre, è la popolazione di civili a pagare il prezzo più alto, in questo caso, sul piano dell’approvvigionamento idrico. Ucraina: la guerra dell’acqua documenta la situazione sulla “frontiera della discordia”, nell’area del Donbass, dove si trova il principale sistema di adduzione dell’acqua sulla direttrice nord-sud, spesso oggetto di ostilità.
Chernobyl: meglio la radioattività della guerra
Per fuggire dalla guerra scoppiata nel 2014 nell’est dell’Ucraina, Vadum Minsyouk e Youri Andreyev lasciarono le loro case e si stabilirono, insieme alle loro famiglie, in un’area sottoposta alle radiazioni provocate dalla catastrofe di Chernobyl (1986), nei pressi della zona di esclusione, in cerca di una nuova vita. In questo documentario raccontano come, dal loro punto di vista, il pericolo di contaminazioni sia più tollerabile del conflitto.
Russia: Crimea, un ponte per la guerra
La penisola della Crimea è stata oggetto dell’annessione da parte della Federazione di Vladimir Putin dopo un referendum del 2014: benché popolata essenzialmente da russi, la Crimea è parte integrante del territorio dell’Ucraina. Il simbolo della tensione tra i due paesi è un ponte, lungo quasi 20 chilometri, a cavallo dello stretto di Kerch tra Mar d’Azov e Mar Nero. A raccontare la situazione è Russia: Crimea, un ponte per la guerra.
Sole e sanzioni: estate in Crimea
La penisola di Crimea è una regione in crisi dal 2014: annessa dalla Russia, la comunità internazionale continua a considerarla parte integrante del territorio ucraino. Il documentario Sole e sanzioni: estate in Crimea cerca di capire perché questa regione continui ad attirare milioni di turisti ogni anno, nonostante le tensioni in atto.
Est Europa: perché non è più un blocco omogeneo?
La caduta dell’URSS è stata un evento storico di enorme impatto per la macroregione identificata come ‘Europa dell’Est’, con conseguenze sul piano della frammentazione politica e identitaria. Dai Paesi baltici all’ex Jugoslavia, dall’Ungheria “illiberale” di Orban alla Polonia, alcuni paesi cercano un riavvicinamento alla Russia, altri si spingono tra le braccia dell’Unione Europea e della NATO. A questo si aggiunge l’ombra dell’influenza cinese che si allarga sempre più, come sul fronte dei vaccini anti-Covid.
Russia: grandi ambizioni, potenza media
Con 20 mila chilometri di frontiera terrestre, 11 fusi orari diversi dagli Urali all’Estremo Oriente, la Russia è il paese più esteso al mondo: Vladimir Putin, leader incontrastato da oltre 20 anni al Cremlino, incarna le ambizioni di rinnovata grandezza dell’ex potenza imperiale e sovietica. Eppure, simili sogni devono scontrarsi con la dura realtà: demografia stazionaria, disparità regionali in aumento e un’economia “solo” all’11° posto tra i paesi più industrializzati.
Russia: Putin e la nostalgia dell’URSS
Il 9 Maggio i russi celebrano la più sentita delle feste nazionali: quella per la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, che ricorda l’ex Unione Sovietica all’apice della sua potenza, un gigante con 16 repubbliche, 290 milioni di abitanti, 26 milioni di soldati sacrificati al fronte. Vladimir Putin federa il suo popolo attorno alla propria patria con la retorica dei “bei tempi andati”, per dimenticare un’altra triste ricorrenza: il colpo di stato del 1991, che sancì la fine del secolo comunista.
L’URSS a 30 anni dalla caduta: quale eredità
Il 25 Dicembre 1991 decretò la fine dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Negli ultimi trent’anni, l’ingresso delle nazioni post-sovietiche nell’era del liberalismo politico ed economico ha avuto un impatto mutevole: mentre nei Paesi baltici la democrazia è fiorita sull’esempio dell’Europa occidentale, le infiltrazioni islamiste hanno spinto l’Asia centrale verso un modello autocratico di stampo russofilo. Nonostante le sempre più tese relazioni con la NATO, a detta dello stesso Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, “Chi non rimpiange l’URSS non ha cuore, chi ne desidera il ritorno non ha cervello”. Questo documentario racconta l’eredità di quel che resta di una (ex) potenza del vecchio globo bipolare, costretta a scendere a patti con un mondo totalmente nuovo.