Cultura: Zanin sulla Settimana friulana, identità motore di rilancio
Scritto da Davide Macor il 03/05/2021
“C’è un grande Friuli Venezia Giulia se c’è un grande Friuli. E c’è un grande Friuli solo se siamo consapevoli della nostra cultura e della nostra identità”. Con questo ragionamento Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, ha sottolineato l’importanza della Settimana della cultura friulana, organizzata dalla Società Filologica e presentata oggi nella sede udinese dell’istituzione culturale: ottanta eventi in undici giorni che coinvolgono, come ha ricordato Federico Vicario a nome del sodalizio, cinquanta Comuni e un centinaio di associazioni. “Il ricco programma di quest’anno – ha osservato ancora Zanin – è anche un segno della speranza di uscire dai mesi più difficili della pandemia. E noto con piacere che la Filologica è riuscita a coinvolgere tutte le istituzioni più importanti del territorio, quasi una grande alleanza per il Friuli”. Un territorio che secondo il presidente ha bisogno di rilancio: “Non possiamo negare – ha fatto notare Zanin – che ci sia una nuova questione friulana. Negli ultimi anni abbiamo sofferto un po’ l’iperattivismo di altri territori: penso a Trieste e al Porto, ma anche alla manifattura di Pordenone. Il Friuli, che è stato a lungo la locomotiva del progresso dell’intera regione, ha segnato un po’ il passo, e credo che questo sia un limite per tutto il Fvg. Il Friuli deve diventare invece un attore principale della ripartenza, di cui abbiamo fissato le priorità nel recente documento approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, alla luce dei valori culturali e del saper fare che abbiamo portato in tutto il mondo. E’ una riflessione che consegno alla nostra classe dirigente”. Zanin ha poi ribadito l’importanza di valorizzare la marilenghe, ricordando la battaglia del Consiglio regionale per una maggiore presenza della lingua friulana in Rai: “Abbiamo ottenuto alcune decine di ore sulla televisione di Stato, ma sono ancora molte di meno di quelle in ladino, nonostante il friulano sia assai più parlato. La difesa dell’identità passa anche attraverso la sua divulgazione sui media”. “Un’altra battaglia di civiltà – ha sottolineato il presidente, citando uno degli eventi più attesi della Setemane, la lettura scenica con Massimo Somaglino in programma il 16 maggio, ultimo giorno della manifestazione – è quella sui fucilati di Cercivento. Trasversalmente abbiamo coinvolto il Parlamento con un’iniziativa che ancora non ha dato i frutti sperati. Ricordo invece che il Consiglio regionale ha votato una mozione unanime, sottolineando l’importanza di restituire l’onore a chi venne ucciso solo per dare un esempio”. Ha portato un saluto, in collegamento da remoto, anche l’assessore regionale Tiziana Gibelli. “La cultura – ha osservato – è una parte fondamentale della nostra vita, anche se a volte non siamo consapevoli del bello che ci circonda: ma quando non c’è, ne sentiamo la mancanza”. Gibelli ha detto qualche parola nella lingua locale di Polcenigo e ne ha approfittato per una riflessione “sull’errore della nostra generazione, che non ne ha tramandato l’uso a sufficienza. Per questo è preziosissimo il lavoro della Filologica, che ci aiuta a non perdere un pezzo di cultura”. Alla presentazione hanno partecipato anche altri sostenitori dell’ottava edizione della Settimana culturale, che si aprirà in un giorno simbolico, il 6 maggio, con un incontro dedicato ai 45 anni del terremoto e ai 75 della “Patrie dal Friul”. Erano presenti, coordinati dal presidente della Filologica Federico Vicario, Francesca Venuto per la Fondazione Friuli, Gabrio Piemonte dell’Ente Friuli nel mondo, Oldino Cernoia, presidente della Fondazione De Claricini Dornpacher, e l’attore-regista Massimo Somaglino.