Covid: Riccardi, unione con istituzioni scientifiche su comunicazione
Scritto da Davide Macor il 12/10/2020
La necessità, soprattutto in questo periodo emergenziale, di instaurare, attraverso il supporto della componente scientifica e universitaria, un nuovo modo di comunicare ai cittadini le scelte da intraprendere in materia di organizzazione sanitaria. In buona sostanza, la costruzione di un rapporto di lealtà con la popolazione, al fine di contrastare quelle informazioni non accreditate da un punto di vista tecnico che sostengono soluzioni incoerenti con gli standard di sicurezza della salute pubblica, oltre che causare autentici sprechi di risorse. Questo il concetto espresso oggi a Trieste dal vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, nel corso della presentazione della ricerca “in tempo di Covid-19” condotta dall’Azienda sanitaria universitaria Giuliano-Isontina (Asugi) in collaborazione con l’Ateneo triestino. Prendendo spunto dal valore del lavoro svolto dai ricercatori di Asugi, il vicegovernatore ha ribadito l’obbligo per la politica di osservare quelle che sono le indicazioni degli accademici e dei professionisti del sistema sanitario. “Una metodologia di lavoro – ha sottolineato Riccardi – che ci ha consentito in Friuli Venezia Giulia di affrontare con successo la prima ondata della pandemia”. Due gli obiettivi cha a breve consentiranno di affrontare in maniera ancora più strutturata la diffusione del virus: i test rapidi, da poco dotati di certificazione e la cui fornitura “abbiamo messo a gara assieme alla Regione Veneto”, e, per quel che riguarda le scuole, il nuovo protocollo per la definizione delle sintomatologie in base alle quali si renderà necessario l’esame del tampone, “al fine di evitare degli inutili disagi alle famiglie e il ricorso a una pratica invasiva sui ragazzi”. Da parte sua il rettore dell’Università degli studi di Trieste, Roberto Di Lenarda, ha condiviso con il vicegovernatore la necessità di un’alleanza tra Istituzioni per comunicare ai cittadini quelle scelte che, soprattutto in tema sanitario, in passato sono state assunte “senza decidere”, mantenendo dei “rassicuranti presidi” a danno della qualità del servizio. Tornando alla presentazione degli studi compiuti dai clinici, dagli operatori sanitari e dai ricercatori universitari di Asugi, è stato illustrato come questo lavoro abbia portato, nei primi sette mesi dell’emergenza, a pubblicare una rilevante quantità di paper scientifici e a promuovere 40 nuove ricerche in tema Covid-19. Quattro le tematiche affrontate: l’epidemiologia dell’infezione e la genotipizzazione del nuovo coronavirus; il governo clinico della pandemia (con particolare riguardo al lockdown e alla gestione del paziente e dei lavoratori impegnati in Sanità); l’osservazione clinica (lo studio degli effetti del Covid su differenti meccanismi patogenetici); l’innovazione e l’introduzione di nuove metodologie diagnostiche.