Coronavirus: Riccardi, situazione Fvg migliore di altre regioni | EFFE RADIO

Coronavirus: Riccardi, situazione Fvg migliore di altre regioni

Scritto da il 08/04/2020

Audizione vicegovernatore in III Commissione consiliare “350mila mascherine distribuite entro venerdì” (ACON) Trieste, 8 apr – “Nonostante una forte presenza di anziani, la situazione del Friuli Venezia Giulia rispetto alle altre regioni maggiormente colpite dall’emergenza Covid-19 è la migliore in assoluto. Adesso dobbiamo però già pensare a come affronteremo il dopo, consapevoli della necessità di un cambio radicale delle nostre abitudini di vita che determinerà la capacità di contrasto al Coronavirus. Ci dovranno essere nuove regole comportamentali, tarate pure su fasce di età, perché non sarà sufficiente creare condizioni ideali sul lavoro”. Lo ha affermato oggi il vicegovernatore con delega a Salute e Protezione civile, Riccardo Riccardi, nel corso della sua audizione in sede di III Commissione consiliare, presieduta da Ivo Moras (Lega), svoltasi come ormai consueto in modalità telematica con il sistema Cisco Webex Events. A supporto della valutazione sulla situazione in regione, il vicegovernatore ha illustrato una serie di dati relativi a indicatori di contagio e mortalità, tra i quali il rapporto tra infettati osservati sul territorio rispetto a quelli attesi a livello nazionale in base alla popolazione (Sir), con il Fvg prima del 28 marzo a 0,92 (sceso a 0,52 tra 28/3 e 2/4) rispetto ai valori più alti di Piemonte (1,39,) Lombardia (3,27), Liguria (1,36), Emilia-Romagna (2,24), Veneto (1,33) e Trentino Alto Adige (2,35). Tendenza confermata anche nel rapporto che riguarda i deceduti, dove il Fvg si pone in coda con 0,52 (prima del 28/3) e 0,32 (tra 28/3 e 274), con l’età media pari a 84,3 anni. “Il fenomeno Covid-19 ha coinvolto il Fvg dopo altre regioni – ha sottolineato Riccardi – ma è stato fondamentale la scelta del governatore Fedriga di attivare immediatamente la fase di contenimento, ben prima della dichiarazione di stato emergenza nazionale”. Proseguendo con il punto della situazione, il vicegovernatore ha annunciato che, nonostante le note difficoltà nel reperirle attraverso la struttura emergenziale nazionale o autonomamente, in Fvg sono già state distribuite alla popolazione 230mila mascherine lavabili e utilizzabili fino a 20 volte, un numero che dovrebbe arrivare a 350mila entro la settimana. Nel frattempo, il Fvg ha raggiunto una capacità produttiva diretta di 32.400 dispositivi al giorno. Sui dispositivi di protezione, Riccardi ha chiarito di evitare polemiche anche se andrebbe fatta una riflessione sulle troppe delocalizzazioni produttive del passato. “Non siamo in sofferenza sulle strutture ma sui prodotti”, ha confermato, precisando che il Fvg ha reperito in autonomia l’85% dei dispositivi di protezione distribuiti, comprese 200mila mascherine ffp2 già arrivate e un altro milione ordinato. Delta pesantemente negativo per i camici medici impermeabili: su un fabbisogno accertato di 1.050.000, il Fvg ne ha reperiti 44.090 da solo a fronte di zero arrivi dalla gestione commissariale. Sulla questione tamponi, Riccardi ha ribadito “che spesso si fa molta confusione in quanto, se non ripetuti più volte, non garantiscono risposte certe e affidabili”. Ad ogni modo, in Fvg ne sono stati effettuati 22.272 al 7 aprile, con una copertura del 2% della popolazione molto vicina a quella del Veneto (3%). Al momento, il Fvg è comunque in grado di eseguire circa 3mila test al giorno. Quanto agli operatori sanitari del territorio infettati, anche in questo caso il Fvg si posiziona meglio rispetto alle altre regioni più colpite, con 188 casi accertati al 6 aprile (63 infermieri, 43 medici e 37 oss), pari al 1,38% del personale in carico al sistema sanitario regionale (0,83% degli infermieri, 1,48% dei medici e 1,24% degli oss). Di questi, 117 sono stati contagiati sul lavoro, 15 in altri luoghi e di 56 non si ha contezza. In merito alle assunzioni, sono stati perfezionati 250 nuovi contratti tra medici, infermieri e oss. Riccardi ha inoltre insistito sulla grande importanza dell’apporto fornito dai volontari della Protezione civile, con 10mila ore/uomo fornite da 476 addetti che si sono occupati del montaggio di tende pre-triage nei 16 ospedali Covid e nelle cliniche infettivologiche, oltre a 5 postazioni negli istituti penitenziari di Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia e Tolmezzo. Numeri elevati di volontari (3179) per il supporto ad anziani, persone sole e consegna di mascherine. Il numero verde, ha quindi spiegato il vicegovernatore, ha gestito oltre 55mila chiamate per Covid-19, con una punta di 4065 in un solo giorno, mentre 81.174 sono pervenute al 112 (max 4102). Affrontando il capitolo ospedali nell’ambito del piano di emergenza attuato dalla Regione, Riccardi ha fornito indicazioni aggiornate partendo dai 479 posti letto Covid e dai 76 contumaciali (totale 555) abilitati in breve tempo in Fvg. Al Maggiore di Trieste, ospedale Covid di riferimento, su un totale di 94 postazioni ne sono state ricavate 24 in geriatria, 23 in rsa, 24 in riabilitazione e 23 in day surgery. Complessivamente, disponibili 99 terapie intensive (44 occupate) e 32 (25) sub-intensive. Importante focus anche sul fuori ospedale, in particolare sulle Case di riposo ma anche sulle strutture isolamento monitorato che a Muggia (Trieste) registra 13 presenze su 32 disponibili, a Tricesimo (Udine) 0 su 24 e a Campoformido (Udine) 17 su 20. Nel dettaglio delle Case di riposo, alla polifunzionale La Primula di Trieste (39 contagiati su 40 ospiti) avviata l’evacuazione sanitaria tra Salus e Sanatorio triestino, ma c’è generale grande attenzione soprattutto sul capoluogo regionale in quanto, Primula a parte, si era già a conoscenza di 87 positivi su 3820 fra anziani e disabili e 86 operatori dell’assistenza, “quest’ultimi comprensibilmente sempre più in apprensione”. “Se l’elemento ospedaliero viaggia sempre più a regime a fronte di una reazione forte del sistema – ha commentato il vicegovernatore – ora dobbiamo garantire la stessa condizione sul territorio perché in queste strutture servono presenze sanitarie competenti e più dispositivi di protezione. Ringrazio i medici in pensione – ha aggiunto – che si sono offerti di operare nelle Case di riposo, mostrando così elevata sensibilità rispetto alle esigenze della collettività”.


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