Coldiretti Fvg: agricoltura come modello per la ripartenza
Scritto da Davide Macor il 22/04/2020
Coldiretti Fvg: Coltivatore friulano online con le proposte per la ripartenza
Ripartiamo, ma non da fermi. L’agricoltura del Friuli Venezia Giulia non si è mai arrestata, non è mai rimasta a guardare. Abbiamo subito, come tutte le categorie economiche, i drammatici contraccolpi della pandemia da coronavirus. Sono stati mesi complicatissimi, altri ne seguiranno. Difficile immaginare quando tutto rientrerà nella normalità, quando ci toglieremo quelle ingombranti mascherine, quando i nostri figli torneranno a scuola.
Abbiamo sopportato la paralisi iniziale, con piante e fiori appassiti e andati distrutti dopo il divieto di cerimonie e le restrizioni sugli spostamenti. Abbiamo visto il vitivinicolo contenere i danni con la grande distribuzione, ma con perdite del fatturato comunque vicine all’80%. I problemi sono evidenti anche per gli allevamenti, alle prese pure con i ritardi nei controlli veterinari, per la filiera che ha visto ridotta la produttività dei macelli, per gli agriturismi, subito penalizzati sui pernottamenti e poi costretti a una lunga chiusura.
Eppure, il nostro mondo ha saputo una volta ancora reagire alla grande. Il cerealicolo ha preparato il terreno di semina, i frutticoltori, finita la potatura, hanno visto risvegliarsi le piante e iniziato le operazioni primaverili, i vivaisti hanno ultimato gli innesti per poi procedere alla messa a dimora in campo delle barbatelle, si è arrivati alla semina di tutte le orticole, come ogni anno. Un segnale di forza da parte di aziende che non solo intendono resistere, ma possono fare da esempio per quello che inevitabilmente sarà un nuovo modo di vivere, meno globalizzato e più locale, come spiega molto in sintesi lo slogan”#iocomprofvg” al quale anche la Coldiretti ha aderito con convinzione.
L’emergenza dovrà spingere tutti noi a cambiare radicalmente lo stile di vita, a seguire regole per la sicurezza nostra e di chi ci sta intorno, con una cura dell’alimentazione che non potrà non valorizzare ancora di più il made in Italy come fattore distintivo per il consumatore. Non a caso sono stati un punto di riferimento per tanti cittadini in queste settimane i mercati di Campagna Amica, aperti e coperti, capaci di offrire verdure, frutta, carne o pesce, così come latte, formaggi e generi alimentari freschi e sicuri.
Per assicurare le necessarie forniture alimentari al paese, come ha rilevato anche il nostro presidente Ettore Prandini, è importante che sia stata data continuità alle attività produttive nelle campagne, dove vanno seguiti i cicli stagionali, dalla semina alla raccolta, e garantita la cura delle piante, l’assistenza e l’alimentazione degli animali allevati; ma anche i mercati di vendita diretta, la trasformazione industriale e le consegne per la distribuzione commerciale. Bene ha fatto il presidente anche a stigmatizzare i contenuti di un servizio della trasmissione Report in cui si è evitato di riportare i veri dati sull’inquinamento, a dimostrazione che gli allevamenti zootecnici, con quel fenomeno, nulla c’entrano. Anzi, la zootecnica italiana è la più sostenibile a livello mondiale.
Importante sarà inoltre che le istituzioni ascoltino la Coldiretti quando rilancia l’opportunità di strumenti di flessibilità lavorativa che possono aiutare ancora e che è stato un grave errore cancellare in passato. Parliamo dei voucher, così come erano concepiti per il lavoro stagionale in agricoltura all’inizio. Vanno ripristinati. In questo modo si potrebbe anche dare un aiuto concreto ai lavoratori che sono in cassa integrazione.