COGEMO: gestione fasolari in piena sinergia con la Capitaneria di Porto di Monfalcone
Scritto da Davide Macor il 30/12/2020
Il presidente del Cogemo (Consorzio Gestione Molluschi), Marino Regeni, esprime grande soddisfazione per la proficua collaborazione creatasi, nel corso del 2020, con la Capitaneria di Porto di Monfalcone nel seguire le attività del Consorzio, in particolare nella gestione della pesca dei fasolari. Un’attività autorizzata dal Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf), tramite il rilascio di un numero definito di autorizzazioni ad altrettante imbarcazioni. Solo chi dispone di questa autorizzazione può pescare e, nella nostra regione, si tratta attualmente di 29 imbarcazioni “turbosoffianti” sulle 40 aderenti al Consorzio, mentre le rimanenti si dedicano alla pesca delle vongole e dei cannolicchi.
Purtroppo nelle nostre acque, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici e di alcune condizioni dell’ambiente marino, queste due specie sono in forte diminuzione, tanto da consigliare la sospensione della pesca e la messa in atto di progetti per favorirne il ripopolamento. Però chi pescava queste specie si trova, nel frattempo, senza lavoro. Per venire loro incontro, in un’azione di solidarietà, i pescatori di fasolari nel 2020 hanno deciso, chiedendo l’autorizzazione al Mipaaf, di suddividere le loro quote di pesca con i colleghi più sfortunati, pescando a turno.
«La gestione risulta complessa, in quanto bisogna permettere a tutti di pescare e di ottenere lo stesso reddito, facendo turnare le barche in pesca. Un grosso aiuto ci è stato fornito dalla Guardia costiera di Monfalcone, alla quale rivolgiamo un sentito ringraziamento, che ha dimostrato una grande sensibilità e attenzione nel cogliere l’importanza dell’assicurare a tutti la possibilità di lavorare nel rispetto delle regole – dice Regeni -. Ci ha aiutato nello stabilire le modalità per programmare la turnazione e nell’individuare gli schemi più semplici ed efficaci di comunicazione reciproca, fra Consorzio e Guardia costiera».
La solidarietà fra operatori e l’importante frenata ai consumi dovuta all’emergenza Covid ha portato, però, a una drastica diminuzione del fatturato per tutti: se una barca di fasolari, mediamente, nell’ultimo triennio fatturava 80.000 euro, il 2020 si chiude con una media di circa 45.000 euro.
«La situazione delle risorse non è ancora migliorata e, per questo, abbiamo chiesto al Mipaaf di riconfermare la presente metodologia di lavoro, sperando in un recupero del mercato e, di conseguenza, in un miglior reddito per tutti», chiosa Regeni.