Bernardis (Lega), zona franca o per Gorizia ecatombe economica | EFFE RADIO

Bernardis (Lega), zona franca o per Gorizia ecatombe economica

Scritto da il 03/06/2020

“Da quando sono stati chiusi i confini con la Slovenia, a Gorizia gli incassi per lo Stato in termini di Iva e accise sono più che raddoppiati. Se prendiamo l’andamento delle vendite di carburanti nel mese di maggio e lo rapportiamo allo stesso periodo dell’anno precedente, i 410mila litri venduti nel 2019 sono raddoppiati. Analogo discorso vale anche per i tabacchi: in alcuni casi si è passati dai 10 chilogrammi venduti in una settimana del periodo precedente all’emergenza da Covid-19, fino ai 40 settimanali venduti nel maggio 2020. Nel complesso, su tutta la fascia confinaria regionale, circa 60 milioni di euro in Iva e accise abbandonano il territorio ogni anno a causa del pieno oltreconfine. E ciò senza contare tutto il relativo indotto”. Lo segnala in una nota il consigliere regionale della Lega, Diego Bernardis, che sottolinea come “il capoluogo isontino è costretto a fare i conti con una disarmonia fiscale e tariffaria che penalizza la città e, ogni anno, causa importanti perdite per lo Stato italiano e la Regione Friuli Venezia Giulia”. “Questa terribile e drammatica pandemia ha portato a galla una situazione che non è più sostenibile da esercenti e attività economiche. Finché i confini resteranno chiusi, le attività reggeranno. Ma cosa accadrà quando verranno riaperti? Da questo punto di vista – aggiunge il rappresentante leghista – sarebbe necessaria quella che definirei una zona franca d’emergenza. Ovvero, la possibilità per il territorio goriziano di armonizzare i prezzi con quelli della vicina Slovenia, consentendo una reciproca crescita, da una parte e dall’altra del confine”. “Sono a disposizione – sottolinea Bernardis – per raccogliere spunti e suggerimenti. Tuttavia, è necessario che l’Italia inizi anche a fare i propri interessi. Un buon padre di famiglia, ancor più in una situazione di emergenza, pensa prima ai propri figli e poi al resto del mondo. Dunque, perché non prevedere l’adeguamento dei prezzi dei carburanti a quelli della Slovenia lungo la linea confinaria? Basterebbe un decreto del Governo: ogni martedì si verificano i prezzi dei carburanti e poi si adattano i prezzi. E tutto ciò andrebbe a giovamento dello Stato e di tutta la comunità regionale, poiché ogni anno perdiamo decine di milioni di euro in accise e Iva”. “Il nostro interesse – conferma il consigliere – è collaborare con la Slovenia. Infatti, solo se la crescita sarà armonica da una parte e dall’altra del confine potremo ambire a raggiungere quella conurbazione transfrontaliera unica che, grazie al Gect, potrà condividere progetti, servizi e il medesimo florido futuro”. “Lo Stato italiano non può più voltarsi dall’altra parte: lo deve ai numerosi lavoratori del territorio che vorrebbero solo essere messi nelle condizioni di lavorare e guadagnare il necessario per una vita dignitosa. Non chiediamo aiuti o stampelle a nessuno, chiediamo semplicemente di iniziare a prendere atto che la situazione di Gorizia e del suo territorio necessitano di politiche peculiari, poiché peculiare – conclude Bernardis – è anche la dimensione in cui sono inserite”.


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