Autonomia e inclusione: 5 consigli per crescere insieme nella diversità
Scritto da Davide Macor il 12/03/2025
Ogni anno, secondo le Nazioni Unite, nel mondo nascono tra i 3.000 e i 5.000 bambini con Sindrome di Down1, in Italia l’incidenza è di circa 1 bambino su 1.000, per un totale di circa 500 casi ogni anno2. Numeri che testimoniano come la condizione sia una realtà presente nella società e come tale richieda attenzione, supporto e un impegno per promuovere l’inclusione e il benessere delle persone che ne sono portatrici.
La Giornata Mondiale della Sindrome di Down, celebrata il 21 marzo, promuove l’accettazione della diversità e l’autonomia, riconoscendo questa condizione come un’espressione dell’unicità umana e sottolineando la necessità di supporti adeguati per la crescita di bambini e ragazzi che ne sono portatori.
Garantire loro le opportunità di inclusione è il primo passo per costruire una società più accogliente e consapevole ed è in questa direzione che si muove il Centro Terapeutico di Antoniano, un punto di riferimento per bambini e bambine con fragilità legate al neurosviluppo e per le loro famiglie. Attivo da oltre 40 anni, il centro nasce dal desiderio di Anna Bruno Rangoni di offrire proprio uno spazio di supporto per i nuclei familiari di bambini con Sindrome di Down e, con il sostegno delle socie di “Antoniano Insieme”, ancora oggi promuove iniziative di solidarietà a sostegno delle numerose attività organizzate nel corso dell’anno.
Solo nel 2024, il Centro Terapeutico ha erogato 12.836 ore, seguendo 979 bambini, di cui 21 con la Sindrome di Down. L’équipe è composta da 24 professionisti che lavorano in sinergia per garantire una presa in carico completa offrendo percorsi di logopedia, musicoterapia, neuropsicomotricità, osteopatia, interventi psico-educativi, valutazioni e sostegno psicologico e consulenze neuropsichiatriche. Grazie a questo approccio multidisciplinare, i bambini e le bambine sono accompagnati in un percorso di crescita che, dall’infanzia fino all’adolescenza, educa all’autonomia e permette loro di sviluppare al meglio le proprie capacità e competenze.
Per sensibilizzare sul tema, i professionisti del Centro Terapeutico di Antoniano condividono 5 consigli, per genitori ed educatori, volti alla promozione dell’inclusione e al sostegno del percorso di crescita verso una maggiore indipendenza dei più piccoli portatori di Sindrome di Down.
Fare della diversità un valore, anche in famiglia
Educare al valore della diversità, in famiglia e a scuola, significa insegnare ai più piccoli a comprendere e accogliere le differenze. In questo contesto, libri, film ed eventi culturali dedicati all’inclusione possono offrire l’opportunità di sviluppare uno sguardo aperto sul mondo, capace di riconoscere e valorizzare l’unicità di ogni individuo. Fondamentali, per superare pregiudizi e stereotipi, sono anche l’empatia e il parlare apertamente della disabilità, senza evitare il tema e aiutando i piccoli a comprenderla in modo naturale: spiegare la Sindrome di Down in termini semplici, mettendo al centro la persona prima della condizione, favorisce infatti un atteggiamento di rispetto e accoglienza.
“I bambini, a differenza degli adulti, sono costitutivamente aperti all’altro e meno condizionati verso chi, a prima vista, appare differente. Il primo passo dovrebbe essere quindi compiuto da noi adulti, facendo lo sforzo di decostruire le nostre categorie, cogliendo nell’altro una persona da rispettare e accogliere”, spiega Cristian Gualandris, frate minore della Provincia di Sant’Antonio e Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva del Centro Terapeutico di Antoniano. “Coltivare empatia e solidarietà è fondamentale, poiché i bambini apprendono attraverso il dialogo e la chiarezza. Spiegare la disabilità in modo semplice aiuta a comprendere le differenze, riducendo paure e incomprensioni”.
Sostenere l’autonomia, passo dopo passo
Il raggiungimento dell’autonomia nei bambini e nelle bambine con Sindrome di Down è un processo essenziale che richiede tempo, costanza e un supporto adeguato. Per favorire un apprendimento graduale e rispettoso, è fondamentale suddividere le competenze da acquisire in piccoli obiettivi adattati alle capacità e al ritmo di apprendimento del singolo. Attività come vestirsi, lavarsi le mani e il viso, preparare lo zaino per la scuola, mantenere in ordine i propri giochi o gestire semplici routine quotidiane possono essere insegnate attraverso un approccio progressivo, rinforzando ogni conquista con incoraggiamenti positivi. In questo caso, il ruolo degli adulti è accompagnare con fiducia, valorizzando i progressi e incoraggiando nuove esperienze, per promuovere autonomia e consapevolezza di sé, senza paura dell’errore.
Includere i bambini nelle attività quotidiane
Coinvolgere attivamente i più piccoli con Sindrome di Down nelle attività quotidiane favorisce lo sviluppo delle capacità pratiche, cognitive e relazionali. Partecipare a momenti di vita familiare, come preparare i pasti, apparecchiare la tavola, riordinare gli spazi o la spesa, fare la spesa seguendo una lista, permette loro di acquisire competenze utili e di sentirsi parte integrante del contesto in cui vivono. Queste esperienze, oltre a rafforzare l’autostima e il senso di responsabilità, offrono occasioni per esercitare le loro abilità in un ambiente naturale e stimolante. Ogni proposta, come sempre, deve essere adattata alle capacità e ai tempi del singolo, promuovendo un apprendimento graduale e positivo. Agli adulti è chiesto quindi di incoraggiare con pazienza, evitando la naturale propensione a sostituirsi a loro nelle piccole sfide quotidiane.
Incoraggiare la socializzazione attraverso le attività in gruppo
Per i bambini e le bambine con Sindrome di Down la partecipazione a percorsi di gruppo rappresenta un’opportunità fondamentale per lo sviluppo delle competenze motorie, cognitive e relazionali. Questi contesti favoriscono infatti l’interazione tra pari, offrendo occasioni di apprendimento reciproco, che permettono di instaurare legami significativi. Partecipare ad attività di gruppo, inoltre, aiuta a sviluppare abilità sociali essenziali, come la capacità di cooperare, comunicare e supportarsi vicendevolmente, competenze indispensabili per una vita autonoma e inclusiva.
“Il Centro Terapeutico, in armonia con la visione francescana di accoglienza e sostegno, offre supporto alle famiglie di bambini con fragilità attraverso percorsi riabilitativi che si trasformano in un’esperienza di crescita condivisa. La continuità della terapia consente infatti ai più piccoli di costruire relazioni stabili non solo con i professionisti di riferimento, ma anche con i coetanei e le loro famiglie”, spiega Giulia Ambrosetto, psicoterapeuta e coordinatrice del Centro Terapeutico di Antoniano. “Anche le dinamiche che si sviluppano negli spazi di attesa contribuiscono a rafforzare questi legami, creando una rete sociale che si estende oltre l’ambiente terapeutico”.
Applicare un approccio terapeutico multidisciplinare e integrato
Un approccio terapeutico multidisciplinare e integrato rappresenta un elemento chiave per favorire lo sviluppo armonico dei piccoli con Sindrome di Down. La collaborazione tra professionisti di diverse aree — come logopedia, musicoterapia e neuropsicomotricità — permette infatti di rispondere in modo completo e personalizzato alle esigenze di ciascuno, lavorando allo stesso tempo su più ambiti dello sviluppo e promuovendo il potenziamento, in modo equilibrato, delle competenze comunicative, motorie e cognitive.
“Affinché il percorso terapeutico sia efficace, è fondamentale che le famiglie collaborino attivamente con i professionisti. Il coinvolgimento dei genitori favorisce infatti l’integrazione delle competenze apprese in terapia nella vita quotidiana, accompagnando così i bambini in un percorso di crescita che aiuta a sviluppare progressivamente maggiore autonomia. Un approccio integrato non solo risponde alle necessità immediate dei piccoli, ma pone le basi per il benessere a lungo termine, supportandoli nell’acquisizione delle competenze necessarie per affrontare con sicurezza le sfide future”, aggiunge Giulia Ambrosetto.
Il progetto Autonomie
Nato nel 2015, il progetto Autonomie del Centro Terapeutico di Antoniano punta a supportare bambini e ragazzi con Sindrome di Down e altre condizioni di fragilità nel raggiungimento di una maggiore indipendenza. Attraverso un percorso strutturato in piccoli gruppi, guidato da una psicomotricista e una logopedista, il progetto offre un contesto dinamico in cui i partecipanti possono sviluppare abilità pratiche e relazionali fondamentali per la loro quotidianità. Nel tempo, il progetto si è evoluto per rispondere alle esigenze specifiche dei partecipanti, adattando metodi e attività all’età e al livello di autonomia raggiunto dal singolo.
Uno degli aspetti più innovativi del percorso è la sua progressione graduale: le attività iniziano con il potenziamento delle competenze di base, come la motricità e la comunicazione, per poi concentrarsi su abilità più complesse legate alla vita quotidiana. Elemento centrale del progetto sono le esperienze pratiche: i ragazzi imparano a gestire piccoli acquisti al supermercato, a preparare la merenda, a orientarsi nei mercatini e a utilizzare il trasporto pubblico in autonomia. Parallelamente, vengono proposte attività educative e ricreative, come uscite fotografiche, giochi da tavolo per sviluppare la cooperazione e la gestione delle emozioni e momenti di condivisione. Il progetto non si è interrotto nemmeno durante la pandemia, quando gli incontri si sono adattati al contesto digitale, permettendo ai partecipanti di sviluppare nuove autonomie legate all’uso della tecnologia.
“Avere a che fare con fatiche capita a tutti, in alcune situazioni diventano fardelli troppo pesanti, soprattutto se ci si scopre soli. Sapere di poter contare su una persona amica, di poter contare su un aiuto qualificato, di poter far affidamento su qualcuno che desidera mettersi accanto e che sa farti fare un sorriso — alle volte anche una risata! — diventa un regalo unico. Provare a raccontare che siamo insieme con l’attenzione, la vicinanza, la professionalità è un’esperienza di umanità impagabile. Ci piace continuare a provarci ogni giorno”, conclude Fra Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano.
Per continuare a sostenere il Centro Terapeutico di Antoniano è possibile donare il proprio 5×1000 ad Antoniano. Nella compilazione della dichiarazione dei redditi, basterà firmare nel riquadro dedicato al “Sostegno degli enti del terzo settore iscritti nel RUNTS…” e specificare il codice fiscale di Antoniano 01098680372. Come ricorda la campagna di Antoniano, “Amare è un gesto semplice, come la tua firma”.