ARIANO FOLKFESTIVAL 2022: dal 17 al 21 agosto con DADDY G, AFRICA UNITE, TANKUS THE HENGE, ORKESTA MENDOZA, QUANTIC
Scritto da Davide Macor il 05/08/2022
ARIANO FOLKFESTIVAL
XXVI edizione “Be Sensible 2022”
Dal 17 al 21 agosto 2022
ARIANO IRPINO (AV)
DADDY G| TANKUS THE HENGE| ORKESTA MENDOZA | AFRICA UNITE | QUANTIC
DON LETTS | NAPALMA| BAB L’BLUZ | OMIRI| ORD SASSAFRASS | COQO DJETTE| JOAO SELVA LADANIVA | MAD DOG MCREA
EL MAOUT |PHIL (RADIO MEUH) | SR. LOBEZNO (RADIO GLADYS PALMERA )
BIA FERREIRA | ANTTI PALAANEN | SIDI WACHO | NACION EKEKO
ZOUFRIS MARACAS |TANKUS THE HENGE |BUSCEMI
Accanto ai grandi concerti “Cinezone”, “Racconti di viaggio”, Yoga, food e tanto altro
DADDY J
Orkesta Mendoza
Africa Unite
Una grande festa all’insegna dell’inclusione e del dialogo tra culture. Torna dal 17 al 21 agosto ad Ariano Irpino (AV), l’Ariano folkfestival, storica rassegna punto di riferimento internazionale nel panorama degli eventi dedicati alla musica world e folk.
Ariano Folkfestival firma quest’anno la sua XXVI edizione, con un programma di cinque giorni di eventi diurni e notturni, concerti, dj set e live performance che attraversano i generi, gli stili e le nazioni della musica, in un territorio di straordinaria bellezza e dalla storia secolare, situato a 800 metri sul livello del mare, al centro dell’Appennino e al confine con la Puglia.
Come sempre la ricerca di nuove sonorità, lontana dal mainstream, è la cifra che guida la programmazione musicale dell’Ariano folkfestival: un percorso senza confini e senza limiti nella world music internazionale, con un’attenzione particolare alla contaminazione tra i generi.
E anche quest’anno la rassegna non si smentisce: dal “Bristol sound” del fondatore dei Massive attack Daddy G, con la sua esplosiva miscela di dub, reggae e funk, al “Gonzo Rock ‘n’Roll” della band britannica Tankus The Henge che raccoglie le influenze del jazz di New Orleans, del rock psichedelico, del funk degli anni ’70 e del cantautorato classico. Dall’Orkesta Mendoza fondata dal produttore e collaboratore dei Calexico, Sergio Mendoza, con il suo “indie mambo”, ai giganti del reggae italiano Africa Unite, passando per l’intreccio di sonorità orchestrali ed elettroniche di dj Will “Quantic” Holland, l’Ariano Folkfestival si conferma un luogo privilegiato per conoscere il meglio delle musiche e dei suoni di tutto il mondo.
Quella di quest’anno è un’edizione speciale e di ritorno alla normalità, nel segno del recupero dello spirito di condivisione e del senso di comunità che da sempre caratterizzano il festival. In quest’ottica Ariano Folkfestival presenta anche un ricco programma di eventi e attività collaterali che includono cinema con l’ormai tradizionale Cinezone, letteratura e poesia, con la Poetry Slam a cura dell’Associazione Venti20, lezioni di Yoga nel verde della Villa comunale e i “Racconti di viaggio” con interviste e conversazioni con gli artisti ospiti del festival in un clima di grande informalità. Si potrà inoltre passeggiare alla scoperta dei sentieri più antichi di Ariano Irpino con i Walk-in-Tour, conoscerne le tradizioni anche gastronomiche con le Fol(k)olazioni, tipiche della tradizione contadina arianese, ballare fino a notte fonda nella Sonazone, o rilassarsi nella Confortzone con vista sull’Irpinia.
PROGRAMMA
Ancora una volta Ariano Folkfestival presenta una line up ricercata che ha l’ambizione di unire in un unico cartellone stili e linguaggi, novità e tradizione, etnie e Paesi del mondo. A partire dal primo appuntamento di mercoledì 17 agosto con i suoni sorprendentemente coinvolgenti dell’Orkesta Mendoza, la formazione fondata da Sergio Mendoza dei mitici Calexico nel 2009 come progetto-omaggio alla musica del grande Pérez Prado e diventata oggi una formazione stabile, a metà tra una big band anni ’50 e musica latino-americana del XXI secolo, alla quale si deve la definizione di un nuovo genere musicale: l’“indie mambo”.
Il viaggio dell’Ariano Folkfestival attraverso i suoni di tutto il mondo arriva fino al cuore della foresta Amazzonica con i Napalma, (17 agosto) band WorldBeat del cantante Abass Ndiaye che da oltre 16 anni gira il mondo con il suo bagaglio di influenze e melodie dall’Africa occidentale, mixate con l’energia della dance music, arrangiamenti elettronici e percussioni variegate.
Dai deserti del Sahara, arriva l’elettrizzante mezcla di ritmi gnawa, musica chaabi e hassani, che incontrano, felicemente, funky, rock e blues del quartetto franco marocchino Bab L’Bluz (letteralmente “La porta del blues”) (18 agosto); dal Portogallo i suoni tradizionali mischiati all’elettronica moderna, di Omiri, (18 agosto), che combina in un unico spettacolo forme e musiche tradizionali portoghesi con il linguaggio della cultura urbana; da Armenia e Francia i Ladaniva, (19 agosto), duo a metà tra la chanson francese ed il folk armeno, unione della cantante armena Jacqueline Baghdasaryan e del polistrumentista francese Louis Thomas; da Plymouth l’energia pura degli inglesi Mad Dog McCrea con la coinvolgente miscela di folk rock, pop, gypsy jazz, bluegrass, che racconta storie tradizionali di zingari, fate e pirati; da Rio de Janeiro il tropicalismo, intriso di sapori funk, jazz e disco di João Selva (19 agosto) artista itinerante formatosi con l’iconica figura della Bossa Nova, Wanda Sá.
Tra gli artisti più attesi al festival c’è sicuramente “Quantic”, (18 agosto), una delle stelle più luminose del firmamento della ricca e variegata scena musicale newyorkese. “Quantic” al secolo, William Holland, musicista, DJ e produttore discografico inglese basato a New York, da quasi due decadi affascina fan e intenditori mostrando la sua maestria e rara abilità nell’intrecciare sonorità orchestrali ed elettroniche, tra campionamenti e composizioni originali, e un mix di cumbia, salsa, bossa nova, soul, funk e jazz.
Menzione a sé merita Don Letts, (19 agosto) che è una vera e propria leggenda della contro-cultura inglese della seconda metà degli anni ’70: dj, filmaker, musicista e conduttore di uno dei programmi più seguiti della BBC 6, Letts è stato la figura chiave di quella particolarissima fusione tra musica jamaicana e cultura punk esplosa a Londra nel corso degli anni ‘70.
Sabato 20 agosto approdano all’Ariano Folkfestival gli Africa Unite, i protagonisti indiscussi del reggae italiano, e sicuramente una delle band più longeve, con oltre un quarantennio di attività. Più volte ospiti del festival con progetti sempre nuovi, in quest’edizione tornano sul palco del Folkstage presentando le loro storiche sonorità.
Il concerto degli Africa Unite è seguito dalla carovana nomade e ribelle dell’ensemble Sidi Wacho che riunisce musicisti da Valparaíso, Bogotà e Parigi, portando l’irrefrenabile energia di un mix di
lingue, suoni, e generi, che vanno dall’hip-hop fino alla cumbia-electro e ai ritmi balcanici.
Apre il palco un vero e proprio fuoriclasse della fisarmonica: Antti Paalanen, fisarmonicista e compositore finlandese, vincitore per quattro volte dei campionati finlandesi di fisarmonica diatonica e di numerosi premi di musica folk contemporanea.
Nella stessa sera protagonista del concerto al Castel Stage è Bia Ferreira la cantante e polistrumentista brasiliana dalla voce incantatrice che ha fatto della musica un mezzo di comunicazione a sostegno della lotta contro il pregiudizio e il razzismo dando alla sua arte il nome di Música de Mulher Preta (MMP).
Domenica 21 agosto si chiude in bellezza con alcuni degli artisti più interessanti del cartellone e ben cinque concerti a partire dai Nacion Ekeko, progetto del musicista argentino Diego Perez, che fonde canti, melodie, strumenti tradizionali dell’America Latina con l’elettronica e le nuove tecnologie; la band Zoufris Maracas, con un incredibile groove, mix di influenze africane, latine e gitane; e Dirk Swartenbroek, conosciuto in tutto il mondo come Buscemi, dj e remixer il cui stile profondo è difficile da classificare, tenendo insieme elementi di bossa, jazz, house, groove brasiliani, afrobeat, balkan, drum ‘n bass e dub.
Ed ancora, tra le formazioni più interessanti dell’Ariano Folkfestival, Tankus The Henge, che arriva ad Ariano dopo un tour internazionale. La band britannica è molto nota per avere sviluppato uno stile musicale eclettico e unico chiamato “Gonzo Rock ‘n’Roll” che raccoglie influenze dal jazz di New Orleans, dal rock psichedelico, dal funk degli anni ‘70 e da cantautori classici.
La chiusura del programma è affidata a un vero e proprio gigante della musica contemporanea: Daddy G, nome d’arte di Grant Marshall membro fondatore dei Massive Attack e uno dei padri del “Bristol sound”: uno stile che ha lasciato tracce nel mondo per più decenni, e a cui si è molto ispirata tutta la scena dubstep, dalle origini, fino ai producer attuali. Daddy G, il lato dub della leggendaria band inglese, nei suoi dj set conduce alle origini del Bristol Sound da dove tutto è partito.