Anthropocene è il nuovo lavoro discografico del pianista, compositore e produttore barese Kekko Fornarelli | EFFE RADIO

Anthropocene è il nuovo lavoro discografico del pianista, compositore e produttore barese Kekko Fornarelli

Scritto da il 15/01/2022

Prodotto da Eskape Music nella Programmazione Puglia Sounds Record 2020/2021 della Regione Puglia (FSC 2014/2020 Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro), distribuito da Ird e Believe DigitalAnthropocene è il settimo progetto discografico di Kekko Fornarelli. Su Youtube è disponibile il videoclip della title track. «Nella mia visione personale, il brano che dà il titolo a questo album, è una lettura filosofica della nostra presenza sulla terra. Questi due anni di chiusura mi hanno fatto riflettere molto su quanto siamo davvero piccoli, anche se ci crediamo padroni. Il tema è melanconico, ripetitivo, struggente. Un mantra autocritico, con accettazione finale», racconta il musicista. «Questo disco mi rappresenta moltissimo, come mai prima d’ora. Suono quasi totalmente da solo… come in questi ultimi due anni». Nelle dieci composizioni originali, infatti, Fornarelli (piano, synthesizers, samplers) è affiancato solo in cinque brani da Leo Gadaleta (archi in “Antropocene” e “Ask the dust”), Rossella Racanelli (voce in “The day came”), Andrea Fiorito (drum-machines in “You can’t understand”), Roberto Cherillo (voce in “All my life”).

Anthropocene è un concept album sull’essere umano e sul suo rapporto con il mondo che lo circonda e che abita, sulle interazioni sociali e sulle conseguenze della sua evoluzione/invasione. È musica molto diversa, stilisticamente e concettualmente, rispetto a quella che Fornarelli ha prodotto finora, anche se mantiene una parte midollare coerente. Ogni brano prepara ad un’emozione precisa ad un pezzo del puzzle di cui è composto il macroconcept e, abbinato alle immagini, ha il fine di vestirle come un abito sartoriale. Il disco è stato anticipato, infatti, da “Shadow, il suono dell’ombra” un progetto multimediale tra musica e danza con la partecipazione della ballerina e coreografa Elisa Barucchieri. Girato a Palazzo Tamborino Cezzi, dimora storica nel cuore del centro storico di Lecce, diretto e sceneggiato da Marina Damato, affiancata dal direttore della fotografia Roberto Leone, e prodotto da Eskape Music in collaborazione con ResExtensa Dance CompanyBrandos FilmAirFilm nella Programmazione Puglia Sounds Producers 2020/2021 della Regione Puglia (FSC 2014/2020 Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro), il cortometraggio è disponibile su YouTube (@KekkoFornarelli) e Facebook (@kekkofornarellipage). Le sonorità crossover e la danza sono il fulcro di un’idea nuova di arte, che esce allo scoperto e ritrova il vero senso di se stessa, tra luci e ombre, apparenza e realtà, bellezza e fragilità. «Anthropocene è un album che ho fortemente voluto per la stretta connessione alle immagini, per il messaggio, per un fine cinematografico: quello del cinema, è un mercato a cui punto da un po’ di tempo», racconta il musicista. «Ho firmato e curato editorialmente la colonna sonora di un docufilm sulle città italiane durante il primo lockdown (si chiama “L’Ospite”, prodotto da Pharos Film con la voce narrante di Alessandro Haber) che uscirà il prossimo anno e ho già due lungometraggi in programma per il 2022/2023, più altro in cantiere, si spera».

Barese, classe 1978, Kekko Fornarelli è un pianista, compositore e produttore. Con sette album all’attivo e oltre 350 concerti in più di 60 Paesi in giro per il mondo, ha sviluppato uno stile unico caratterizzato dal tentativo di creare musica da osservare, più che da ascoltare. Un modo particolare e tutto personale per raccontare storie, esprimere emozioni e “dipingere” situazioni. La sua musica è una morbida combinazione tra le più moderne idee nordeuropee e il lirismo neoclassico, filtrata dal suo caldo background mediterraneo. Incontrare Kekko Fornarelli oggi, e lasciare che le proprie emozioni danzino con la sua musica, è un’esperienza colorata di verità e bellezza. Quella autentica dei sorrisi liquidi, dei gesti gentili, dei dialoghi silenziosi e appassionati a un tempo a cui Kekko si apre con il pubblico ad ogni performance, in cui le sue note si offrono alle sensibilità degli animi in ascolto.

 


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