“All’improvviso- Canzoni Lievi”: quarto album per il cantautore e artista multimediale Vincenzo Greco, in arte Evocante | EFFE RADIO

“All’improvviso- Canzoni Lievi”: quarto album per il cantautore e artista multimediale Vincenzo Greco, in arte Evocante

Scritto da il 02/10/2024

In uscita l’ 8 ottobre “All’improvviso- Canzoni Lievi” del cantautore e artista multimediale Vincenzo Greco, in arte Evocante.

All’improvviso- Canzoni Lievi è il quarto album in studio di Evocante, prodotto dall’etichetta Dialettica Label e distribuito digitalmente da Tunecore; la distribuzione fisica è affidata a La Stanza Nascosta Records di Salvatore Papotto.

Questo disco è nato veramente all’improvviso, senza alcuna programmazione- racconta Vincenzo Greco. Proprio il giorno dopo aver pubblicato “Siamo esseri emozionali”, disco fondamentale per la mia crescita espressiva, anziché prendermi una pausa, ho seguito un’onda tenue e allo stesso tempo decisa che mi ha portato a giocare con sonorità diverse e semplici il più possibile.

Fatto sta che, nel giro di poco tempo, mi sono ritrovato questo grappolo di canzoni che definisco lievi proprio per questa assenza di sovrastrutture e per la loro immediatezza e brevità.

Una successione di intuizioni fulminee sembra innescare l’ordigno benefico dei testi; agnizioni cosmiche, epifanie ed epicleti joyciani lacerano il velo di una grigia ordinarietà diventando l’antidoto al mal di vivere, l’inciampo provvidenziale che ci proietta in un orizzonte inedito, irrorato di luce, salvifico. (Come un silenzio/ tra convenevoli/che ti racconta un altro modo/O come un lampo visionario nella notte/ che ti indica una strada che ritrovi/ nell’aria del mattino/ Quando sembra /un qualunque mattino/ E invece è deflagrazione, “Di lunedì”)

Evocante innesta su un paesaggio sonoro di stampo new wave, più specificamente synth pop- con riff “prog”, tentazioni punk e intermezzi onirici- una narrazione marcatamente meditativa, intimistica, lirica, improntata alla sigla espressiva della levità; ad una sottrazione di peso direttamente discendente dalla percezione della gravitas esistenziale.

La sensazione che vorrei trasmettere con questo disco è quella del risveglio e della fuoriuscita da qualcosa di oscuro e sfuggente, come accade quando un fascio di luce, non abbagliando, senza effetti speciali, carezza l’anima sfiorandola, non negando nulla della malinconia che a volte l’attanaglia ma, semplicemente, suggerendo una diversa angolazione da cui osservare le cose e se stessi.

E’, in qualche strano modo, un disco di aiuto, verso me stesso e gli altri, per quei momenti un po’ così di spaesamento, e se non fosse un termine altisonante direi che è un disco di “salvezza” (e infatti c’è una nuova versione di “Salvami”, oltre che di “Raccontami di te”).

Suggerisco il suo ascolto, spero non episodico e distratto, in momenti calmi come può essere l’imbrunire o sotto la luce delle stelle, o davanti l’abbagliare del sole o nel buio della propria camera. Nella speranza che, anche in questa epoca di rumore stordente, di fretta asfissiante e di istantaneità perenne, che nega ogni forma di percorso e ogni ipotesi di riflessione, ci sia ancora qualcuno desideroso di farsi trasportare dalle onde della musica e delle parole.

In perfetta linea con il tone of voice dell’album le due cover inserite nel progetto.

Evocante avvolge di reminiscenze pinkfloydiane la straniante rilettura della deandreiana Sidun; riscopre una quasi misconosciuta pillola lisergica di Enzo Carella, Parigi.

Non è casuale – racconta l’artista- che qui dentro vi siano, una dietro l’altra, due cover di autori a me molto cari, in cui si parla di città che bruciano: l’una, “Parigi”, di Enzo Carella, leggera e a suo modo malinconica; l’altra, “Sidun” di Fabrizio De André, molto sofferta e cruda. Ho cercato, rispetto alle inarrivabili versioni originali, di rendere la prima più divertente e la seconda ancora più alienata e alienante.

E’ un modo per riflettere sulle varie potenzialità della musica, che può passare, anche all’improvviso, da un registro all’altro senza per questo perdere le sue capacità evocative.

Del resto, la musica, per come la intendo io, è molto più variegata di quanto alcuni pensano, non lasciandosi ingabbiare in rigidi schemi e generi anche grazie alla sua immaterialità e libertà espressiva.

TRACKIST

Di lunedì
Diario di bordo
Intermezzo n. 1
All’improvviso…
Salvami
Intermezzo n. 2
Parigi
Sidun
Intermezzo n. 3
Raccontami di te
…tornerà la luce
Finale aperto

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