Coronavirus: aperta a Pordenone subintensiva pneumologica
Scritto da Davide Macor il 26/03/2020
Attivata all’Ospedale di Pordenone l’Unità operativa di terapia subintensiva di pneumologia. Il reparto, dotato di sei posti letto, garantisce cure intensive e monitoraggio continuo resi necessari, in questo momento, dal particolare stato di salute dei pazienti colpiti da coronavirus. Questa apertura rientra nella trasformazione dell’assetto dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo) che ha messo in campo una serie di importanti rimodulazioni organizzative che hanno riguardato gli ospedali, il territorio e i servizi sociosanitari. A darne notizia è il vicegovernatore con delega alla Salute e Protezione civile, Riccardo Riccardi. Gli interventi, infatti hanno riguardato i pronto soccorso e le ambulanze che in pochi giorni si sono trovati a gestire una casistica completamente diversa con la necessità di ristrutturare gli spazi e l’utilizzo dei mezzi, oltre a rivedere le procedure del personale. A livello ospedaliero i servizi di laboratorio sono stati rimodulati attraverso una incrementata disponibilità dei test diagnostici; le radiodiagnostiche hanno riorganizzato i percorsi per poter utilizzare al meglio le apparecchiature. Le degenze ordinarie sono state rivoluzionate per poter creare spazi dedicati alla valutazione dei casi sospetti in tutti i presidi aziendali e i reparti per i pazienti Covid-19 che non necessitano di cure intensive a Pordenone. In questi reparti operano infermieri di tutto l’ospedale e provenienti dal territorio, medici con diverse specializzazioni (internisti, chirurghi, pediatri) coordinati dagli internisti e dagli infettivologi. I posti letto di terapia intensiva sono da subito passati da 15 a 22 (di cui 12 dedicati ai pazienti Covid-19 positivi) riorganizzando in breve tempo spazi destinati all’attività per i post operati o per altre subintensive. A livello territoriale l’Azienda sanitaria Friuli Occidentale, inoltre, ha predisposto un piano operativo specifico – in continua evoluzione – per la gestione dell’epidemia per le cure intermedie come Rsa, Sip e hospice e un piano operativo specifico per le case di riposo che ospitano più di 1.800 pazienti in comunità. Sono state riorganizzate anche le strutture distrettuali, inclusi gli studi della Medicina generale organizzata in associazione e quelli della Pediatria di libera scelta. Un particolare progetto in via di attivazione ha riguardato poi l’istituzione di unità speciali di continuità assistenziale che valorizzano ancor di più il ruolo delle guardie mediche in piena sinergia con i colleghi della Medicina generale. Importanti rimodulazioni organizzative sono state implementate anche all’interno della casa circondariale di Pordenone dove si trovano più di 70 detenuti.