Coronavirus: Riccardi a medici, protezione prima linea è necessaria
Scritto da Davide Macor il 24/03/2020
“Ieri ho lasciato la riunione in videoconferenza con voi non certo perché ero in disaccordo con qualche vostra posizione ma perché dovevo rispondere a una chiamata con un Paese estero su una fornitura urgente di respiratori, uno dei nostri limiti per ampliare le terapie intensive. Vi faccio le mie scuse e comprendo ora, davanti al guazzabuglio inguardabile scatenato in questo momento di estrema difficoltà, che era giusto spiegarvi subito la motivazione, semplice e contingente, per non lasciare spazio alle polemiche”. Con questo chiarimento si è aperta stasera la videoconferenza del vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, con le rappresentanze sindacali dei medici ospedalieri. Riccardi ha concordato con i medici sulla necessità di dotare il personale di mascherine di protezione, ma ha chiarito che, nonostante il lavoro fatto immediatamente dalla Regione a inizio emergenza, il reperimento resta una questione aperta. “Purtroppo l’Italia oggi è ostaggio per scelte sbagliate di delocalizzazione della produzione fatte nel passato. Il reperimento di respiratori – ha spiegato Riccardi – per poter ampliare il numero di posti in terapia intensiva oltre che quello di dispositivi di protezione individuale da consegnare in primis agli operatori sanitari, la riorganizzazione ospedaliera e quella territoriale, la logistica per dare alloggio ai nuovi infermieri e operatori, sono i problemi cogenti che stanno occupando tutte le ore di queste giornate”. Nel corso dell’incontro Riccardi ha chiarito che “questa sarà una settimana decisiva perché confrontando l’andamento reale della curva dei casi con il modello predisposto con l’equipe del professor Barbone potremo capire se la dotazione delle nostre strutture reggerà. Ad oggi il modello resta in linea con l’andamento ma non siamo in grado di predire il futuro e possiamo solo prepararci con il reperimento di personale medico e di attrezzature nel caso la curva prendesse un’impennata”. Piena solidarietà al lavoro di Riccardi e della Direzione centrale Salute è stata espressa dai medici, che si sono dissociati dall’uso strumentale che è stato fatto di un documento interno che portava all’attenzione alcune criticità e proposte senza alcuna volontà di polemizzare, ma con spirito collaborativo e costruttivo. Il messaggio concorde dei rappresentanti dei medici è stato che in un momento difficile occorre lavorare uniti per vincere una battaglia che nessuno era preparato a combattere.