Il cantautore cagliaritano Matteo Sau presenta il nuovo album, “Quanto mi costa la felicità”, a Casa Saddi, l’antica casa campidanese a vocazione artistica
Scritto da Davide Macor il 16/04/2024
MATTEO SAU
PRESENTA
IL SUO SECONDO ALBUM
QUANTO MI COSTA LA FELICITA’
LIVE SABATO 20 APRILE, ore 20.00,
presso
CASA SADDI
(Via Enrico Toti, 24, Pirri)
Sabato 20 aprile 2024, ore 20.00, a Casa Saddi (Via Enrico Toti, 24, Pirri), il cantautore cagliaritano Matteo Sau presenterà il nuovo album “Quanto mi costa la felicità”, prodotto e distribuito da La Stanza Nascosta Records, negli spazi suggestivi di Casa Saddi, antica casa campidanese che, dalla fine del 2017, ospita spettacoli, mostre, concerti, rassegne teatrali e laboratori di arti varie.
Sul palco con Matteo Sau (voce e chitarre) Ivana Busu (fisarmonica e synth), Gianluca Pischedda (violoncello), Andrea Lai (basso), Antonio Pinna (batteria e percussioni).
Sau firma testi e musiche, avvalendosi, per gli arrangiamenti, dell’apporto del musicista e produttore Salvatore Papotto. L’album, uscito lo scorso 21 marzo su tutte le maggiori piattaforme digitali, è ora disponibile anche su supporto fisico.
L’illustrazione di copertina e l’artwork sono di Manuel Putzolu per MangioDesign.
Dieci racconti, dieci microstorie– racconta Sau- accomunate dalla ricerca della felicità, dalla consapevolezza che questa ricerca non è mai regolare, non ha un inizio e una fine, ma è un camminare, o correre, attraverso la quotidianità. Il disco raccoglie piccoli frammenti, stringe il fuoco su un momento particolare in cui i protagonisti si chiedono quale sia il prezzo della loro felicità e quando sia possibile percepirla. I brani viaggiano nei luoghi e nel tempo senza un ordine preciso, perché la felicità non è tangibile, ma si infila negli stati d’animo dei protagonisti. La corsa alla felicità è condivisione, ma anche egoismo, rassegnazione e abitudine. Il disco è il luogo in cui questi personaggi arrivano, annunciati da una musica come succedeva con le compagnie d’arte che giravano i paesi. Arrivano, raccontano la loro storia e poi, accompagnati dalla stessa musica che li ha accolti, vanno via a cercare altri luoghi.
Matteo Sau, con “Quanto mi costa la felicità” orchestra una ricerca esistenziale, una ricognizione e un’osservazione psicologica sotto forma di commedia umana itinerante. Nella coincidenza di intro e outro– un quasi folk crepuscolare, scandito dall’andamento litanico e dolente della fisarmonica, accompagnata dal basso e dal charleston suonato con le spazzole- il cammino si fa circolare, in una perfetta RingKomposition
Sau estrae dal suo cilindro una parata autarchica di personaggi, ne disegna per lampi intuitivi e folgorazioni aforismatiche le architetture emotive. L’ordito sonoro, che spazia dal rock alla milonga, dal tango al valzer, passando per il blues, è cucito su misura dei microcosmi umani tratteggiati; storie minime per una narrazione universale.
Un disco corale, che si snoda in purezza, filtrato da uno sguardo contemplativo e mai sentenziante o artefatto.
Tracklist
01. Quanto mi costa la felicità
02. Eggià
03. Solito tango
04. Ingresso tesserati
05. Bottoni e luce
06. Gina
07. Così un giorno lei è partita
08. Contraddizioni
09. La diva nera
10. Canzone della bella sorpresa
Testi e musiche: Matteo Sau
Arrangiamenti : Salvatore Papotto e Matteo Sau
Produzione artistica: Salvatore Papotto
Mixaggio e mastering: Salvatore Papotto
Matteo Sau: voce, pianoforte, chitarra acustica e elettrica, programmazione controller.
Salvatore Papotto: basso, drum machine, synth, organo, programmazione archi, programmazione fiati.
Voce femminile in Canzone della bella sorpresa: Roomie.
Bio
Matteo Sau è nato, vive e lavora a Cagliari. Ha collaborato con numerosi musicisti in progetti che spaziano dalla musica popolare a quella del Sud America. Ha lavorato con scrittori e attori per portare in scena reading-concerto e spett
Ha all’attivo l’album Qualche giorno dopo la luna (Prodotto da Stefano Guzzetti e pubblicato da Caracò nel 2015). Il disco, all’interno del quale è contenuta anche una rielaborazione del brano Ho visto anche degli zingari felici, di Claudio Lolli, ha come tema portante il tempo e la sua percezione. Attimi che diventano infiniti e lunghissimi periodi che si possono riportare a brevi fotogrammi.