ONE BLOOD FAMILY: “Elixir”, il primo album dell’ensemble multietnico di richiedenti asilo
Scritto da Davide Macor il 08/06/2021
One Blood Family è un progetto di fratellanza che trova affermazione attraverso lo strumento della cultura e della musica. Ma OBF è soprattutto la trasformazione delle disperazioni in speranza, in felicità e partecipazione. La trasformazione della nostra utopia immaginaria in qualcosa di concreto: l’affermazione di quel principio base per cui tutti apparteniamo alla medesima comunità umana.
Aboubakar Soumahoro
Sette giovani richiedenti asilo, provenienti da diversi paesi dell’Africa, e sette musicisti torinesi per formare un ensemble multietnico che supera diversità, barriere linguistiche e pregiudizi.
E’ One Blood Family, la talentuosa orchestra -unica in Italia- nata a Torino nel 2017, tra le mura di Villa5 a Collegno, un centro di accoglienza gestito da cooperativa Atypica.
Musicisti non professionisti, con il ritmo nelle vene e tanta voglia di combattere, che i due producer torinesi, Gabriele Concas e Matteo Marini, già noti con il gruppo The Sweet Life Society, insieme a Manuel Volpe e Simone Pozzi della Rhabdomantic Orchestra, hanno guidato sapientemente, orchestrando suoni, suggestioni e idee musicali per trasformarle in canzoni; dai laboratori musicali del centro gestito dalla Cooperativa Sociale Atypica, alle prime esibizioni dal vivo sui palchi dei festival italiani, fino al primo disco, Elixir, prodotto dall’etichetta Black Seed Records/Egea Music, con il contributo del bando Siae “Per chi crea”.
L’album, disponibile da venerdì 30 giugno in digital download e su tutte le piattaforme streaming- è il risultato di questo percorso, che ha visto crescere l’ensemble originario includendo oltre ai produttori e musicisti professionisti italiani, anche altri componenti, africani, italiani di seconda generazione, provenienti da diverse esperienze e professioni, per dare vita a un sound unico che supera le nazioni, i generi e gli stili della musica. Una polifonia che mescola R&B, beat elettronici, afrobeat, world music, dancehall, in un percorso di condivisione dei diversi linguaggi artistici.
Otto brani inediti, anticipati dal singolo Life can change, che sono un inno alla vita, e alla bellezza della diversità nel segno dell’integrazione sociale. Canzoni che parlano di amicizia, di amore, di un’Africa vissuta, sofferta e rimpianta, con i suoi colori, i suoi sapori. Ma anche testi di denuncia, come Elixir, il brano da cui prende il titolo l’album, canzone-manifesto contro ogni discriminazione basata sul colore della pelle.
L’album è un viaggio attraverso diversi ritmi diversi che emoziona per la sua energia. Ma soprattutto è la fotografia di un’Italia che esiste ma che rimane ancora nascosta nelle singole esperienze, carente di un racconto collettivo e complesso.
Ci sono le voci di Seedy Badjie, arrivato in Italia dalla città di Serrekunda in Gambia, che qui in Italia studia e lavora come elettricista; Adama Ndow, anche lui cantante del gruppo, grazie all’esperienza nella OBF ha cominciato a lavorare come dj e ora sogna un futuro come musicista; Ebraima Saidy che dell’orchestra ama la bellezza della condivisione, di idee e di pensieri, e dell’apprendere ogni giorno qualcosa di nuovo insieme. Ama la bici, con la quale fa anche freestyle, e crede nella necessità di uno sviluppo sostenibile dove la ricchezza sia meglio distribuita. E infine Goodness Egwu, cantante nigeriana tra le ultime a unirsi alla “Family”. Giovanissima, un concentrato di grinta e determinazione, da anni dedica le sue energie per la difesa dei diritti civili, con AfricaArcigay e con gli Invisibili in movimento, il progetto ideato dall’attivista sindacale Aboubakar Soumahoro per dare voce alle realtà lavorative oppresse.
Vero e proprio talento del beatbox, è poi Gilbert Dar, italiano di seconda generazione, nato a Torino da genitori ghanesi; mentre alle percussioni ci sono Sana Bayo (jembé), e Keba Ndiaje (kenkeni), che in Africa faceva il sarto e oggi realizza anche gli abiti per i live della One Blood Family.
Chiudono la formazione le “quote italiane” della band: Manuel Volpe (basso, farfisa, synth bass) e Simone Pozzi (batteria e percussioni), che con l’esperienza della Rhabdomantic Orchestra, hanno fatto del mix di stili, generi e tradizioni musicali, la loro cifra stilistica. E Gabriele Concas (electronics) e Matteo Marini (electronics), molto conosciuti per il loro progetto The Sweet Life Society, con il quale hanno fatto il giro dei più noti festival in Italia e all’estero, che hanno curato gli arrangiamenti dell’album.
Superando confini geografici e frontiere musicali Concas, Marini, Volpe e Pozzi, sono i timonieri di questo viaggio, marinai esperti nell’indicare le giuste rotte, raccogliendo le suggestioni dei ragazzi, i suoni e le voci che provengono dalla loro storia. La storia di chi ha trovato nella musica il linguaggio adatto ad esprimere speranza, per conquistarsi uno spazio in un “mondo nuovo”, non sempre pronto ad accogliere.
“ELIXIR” è stato scritto e prodotto da Manuel Volpe, Simone Pozzi, Gabriele Concas e Matteo Marini con il sostegno di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Per Chi Crea”. E’ stato registrato e mixato da Manuel Volpe presso lo studio Rubedo Recordings a Torino. Il mastering è stato effettuato da Simone Squillario (Africa Unite, Salmo, Linea 77).
Tracklist
1. Maria
2. Shut Up and drive
3. Life can change
4. Wine to me gyal
5. Kanuele
6. My Nigga
7. Elixir
8. The beginning (Outro)
Formazione
1. Seedy Badjie (vocal – Gambia)
2. Adama Ndow (vocal – Gambia)
3. Goodness Egwu (vocal – Nigeria)
4. Ebraima Saidy (vocal – Gambia)
5. Sana Bayo (djembé – Gambia)
6. Keba Ndiaje (kenkeni – Senegal)
7. Gilbert Dar ( Beatbox )
8. Manuel Volpe (bass, farfisa, synth bass – Marche)
9. Simone Pozzi (drum, percussion)
10. Gabriele Concas (electronics)
11. Matteo Marini (electronics)
12. Diego Grassedonio (baritone, tenor sax)
13. Davide Pignata (alto sax)
14. Giorgio Benfatti (trumpet)