ESCE OGGI IL NUOVO ALBUM DI DAVIDE CAMPISI, “JOCA”
Scritto da Davide Macor il 17/02/2021
Si intitola JOCA, ed è il nuovo album del percussionista e cantautore DAVIDE CAMPISI. L’opera è il simbolo di un’appartenenza territoriale che si apre al mondo grazie ai suoi giochi ritmici e sonori. Giochi che nascono da una sorta di umanità arcaica che appartiene a tutti i luoghi del mondo ma che si mescola con la sicilianità dell’artista.
JOCA, che si avvale della produzione artistica di Marco Corrao, è un album dal sapore mediterraneo, ma che non rinuncia ad un sguardo Oltreoceano. Unisce l’antico e il moderno, il suono del tamburo a quello elettronico, senza che nessuno mai sovrasti l‘altro. C’è il ritmo della lingua siciliana, ma di una Sicilia che vuole andare oltre, uscire dai suoi confini, “globalizzarsi”. In questo senso il titolo Joca (cioè “gioca” in siciliano), assume – proprio per la presenza della J – un sapore quasi internazionale si presta ad essere declinato e pronunciato in molte lingue del mondo.
Alcuni brani rievocano antichi giochi di bimbi, altri impongono anche riflessioni e lanciano provocazioni; ci sono canti di popoli e preghiere di chi accetta il proprio destino o di chi, invece, vuole cambiarlo.
In fin dei conti, JOCA racconta come il ritorno alle origini sia, in realtà, l’unica strada attraverso la quale l’evoluzione culturale sia ancora possibile.
Tra gli ospiti dell’album, Riccardo Tesi all’organetto e Alex Valle alla pedal steel.
L’album esce per la nuova etichetta siciliana Suoni Indelebili ed è distribuito dalla Ird.
TRACK BY TRACK
1) ROCCA
Rocca è un brano dedicato ad Enna, la città di Campisi. C’è l’amore per la propria terra e la frustrazione di chi la vede splendere come dovrebbe.
Enna, verde e gialla come i colori del grano in primavera e in estate, gialla come i capelli della Dea Cerere. Sola come una sorellastra tra tanti fratelli, le catene montuose della Sicilia che la circondano; una roccia di cemento armato, ammorbidita dalla nebbia che scende dolce e generosa e aiuta a mettere in ombra tutto ciò che non va. Terra di partenze per una nuova vita, terra di chi una vita non la vede più.
2) CAMINANTI
Brano scritto nel 2010, periodo in cui diventarono numerose le carovane umane che attraversavano il deserto per cercare fortuna in occidente con l’illusione di una rinascita. Ma tantissimi furono i corpi ritrovati in atto di preghiera nell’afa del deserto.
Caminanti è una riflessione sulla ricerca della felicità e della propria identità che invita a partire per poter spiccare il volo.
3) MARIA JATTU NA VUCI
Un testo tradizionale della provincia di Enna cantato dai “i lamentatori” nel periodo di Pasqua, rimusicato e reinterpretato da Davide Campisi. Esprime tutto il dolore della Vergine di fronte alla crocefissione di Gesù.
Un dialogo forte tra la madre e il figlio che le chiede di benedirlo e andare via accettando il disegno divino.
4) FORTI DI LU ME SILENZIU
Nella solitudine un amante cerca dentro di sé la forza e le parole per poter parlare alla propria amata e inizia a parlare prima di tutto a sé stesso. “Forti di lu me silenziu” (Forte del mio silenzio) è sostanzialmente un dialogo introspettivo sulla forza dell’amore e dell’amor proprio e sull’importanza, a volte, della solitudine.
5) STATI UNITI D’AFRICA
Il popolo africano canta la ricerca della propria libertà politica e culturale.
Denuncia il colonialismo subito nel passato e nel presente; menziona la tragicità delle traversate nel Mediterraneo inseguendo l’illusione del sogno occidentale.
Si ribella culturalmente portando avanti il sogno degli Stati uniti d’Africa.
6) CUCCURUCUNTU
Cuccurucuntu è una filastrocca d’autore costruita su un estratto di un testo tradizionale. Racconta di un antico gioco, del susseguirsi delle stagioni e della nascita dell’amore.
7) SIAMO VENTO
Molto per noi, dipende da ciò che è stato fatto prima di noi.
Noi allo stesso modo, siamo determinati per chi verrà dopo.
Nel presente diamoci da fare per costruire e facciamolo presto, anche se ci sembra davvero faticoso. Perciò, alziamoci che è tardi, è già mattina!
8) ETICA PELETICA
Si tratta di un testo di tradizione orale che da tempo immemore vaga per l’Italia, cambiando parole passando di bocca in bocca, senza lasciare traccia in nessun libro. Una filastrocca che idealmente è patrimonio di bambini di tutta Italia e non solo, oggi simbolo di una spensieratezza negata dalla pandemia mondiale. (VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=CrwPc4d2r-Q)
9) L’INDIFFERENZA
Una storia vera. Racconta di una giovane donna scomparsa nell’indifferenza totale e ritrovata dopo anni nel proprio appartamento. Senza vita.
L’indifferenza è il grido di chi resta, il rimpianto e il rimprovero per non aver fatto abbastanza; è l’appello alla vicinanza emotiva nei confronti del prossimo.