Sostenibilità, Dark Kitchen e prodotti della tradizione: i trend culinari del 2021 secondo Deliveristo
Scritto da Davide Macor il 09/12/2020
Tra lockdown e restrizioni, il 2020 ha portato i consumatori a cambiare modalità di acquisto, adottare nuove abitudini alimentari e compiere nuove scelte, sia in termini di quantità che di qualità dei prodotti.
Inevitabilmente, anche il mondo della ristorazione si è adeguato, da una parte per superare le difficoltà del momento e adattarsi alla “nuova normalità” – fatta di aperture contingentate, take-away e delivery -, dall’altra per rispondere alle nuove esigenze del pubblico.
“I consumatori sono sempre più attenti a quello che ordinano al ristorante e di conseguenza ristoratori e produttori hanno modificato anche i propri menù e le preparazioni, valorizzando gli ingredienti a km 0 e i prodotti certificati e genuini”, spiega Gabriele Angeleri, Co-Founder e Board member di Deliveristo, il marketplace digitale B2B dedicato alla ristorazione che mette in contatto ristoratori e chef con i produttori. “In Deliveristo abbiamo avuto un grande incremento di offerta di ortofrutta, carne, pesce e di tutto il reparto freschi, per esempio. Inoltre, abbiamo venduto moltissimo tartufo, complici anche le campagne marketing e la comunicazione sui social network, segno che la digitalizzazione è sempre più importante, anche nel mondo della ristorazione”.
Analizzando le scelte dei ristoratori e dei produttori, Deliveristo ha individuato i trend emersi nel 2020 che tracceranno la strada per il 2021 e saranno protagonisti nel mondo dell’enogastronomia.
1) Riscoperta di prodotti poco conosciuti
La maggiore ricerca da parte dei ristoratori e la necessità di reinventarsi e offrire nuove proposte ha portato alla riscoperta di prodotti poco conosciuti o insoliti per la cucina italiana. È il caso delle foglie del cappero, per esempio, ideali per condire e guarnire le preparazioni a base di pesce, carne o verdure cotte.
2) Ritorno ad ingredienti poveri per una cucina semplice
Nel 2020 i protagonisti sono stati i piatti più semplici, composti da pochi ingredienti, molti ortaggi e da prodotti poveri come ad esempio lo sgombro, tagli di carne che vengono utilizzati poco in cucina quali il midollo, tra le principali riscoperte dell’anno. In questo contesto spiccano la cucina brutalista del bistrot e food hub milanese Tipografia Alimentare e l’esperienza di Barred, locale romano che mette al centro la stagionalità degli ingredienti.
3) L’importanza degli ingredienti e dei prodotti della tradizione italiana e regionale
Il ritorno alla cucina semplice si accompagna alla riscoperta dei prodotti locali e delle ricette della tradizione, che sottolineano un legame sempre più stretto con il territorio. È il caso delle Olive belle di Cerignola, proposte su Deliveristo da Gastronomie Italiane, esempio riuscito di connubio tra artigianalità e innovazione, o della crescia di Il Panaro, azienda che rispetta e tutela la tradizionale ricetta della Vera Crescia Sfogliata di Urbino. O ancora, dello zafferano dell’Azienda Agricola Silvia Rosa, che porta avanti la tradizione abruzzese tutta al femminile presente da tre generazioni nella sua famiglia: quella della raccolta e dell’essiccazione dello zafferano con le braci. Questo trend sostiene anche la valorizzazione di prodotti alimentari che altrimenti andrebbero persi, come racconta il peperone Sciuscillone de I segreti di Diano, azienda della provincia di Salerno che affonda le sue radici nella lunga e ricca tradizione locale.
4) Attenzione alla sostenibilità
Maggiore attenzione andrà anche alla sostenibilità dei prodotti, facendo prevalere gli ingredienti di stagione, certificati e tracciati, soprattutto quando si parla di prodotti di derivazione animale. Per quanto riguarda il pesce, ad esempio, Deliveristo segnala un’importante propensione da parte dei ristoratori per prodotti tracciati e provenienti dai nostri mari e da pesca sostenibile certificati Friends of the Sea, come le alacce proposte da Fish Different, realtà che si basa sull’eco-sostenibilità ed è presidio Slow Food.
5) No Waste
Una cucina più sostenibile evita gli sprechi: basti pensare che ogni anno vengono gettate nella pattumiera circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Oltre all’attenzione per gli ordini, è fondamentale anche utilizzare i prodotti nella loro interezza, senza buttare nulla di commestibile. Le parole d’ordine, quindi, sono creatività e inventiva, sfruttando tecniche diverse e dando vita a ricette sostenibili. Tra le realtà più attente da questo punto di vista c’è Almatò, ristorante romano che basa le sue proposte sulla tradizione e su un grande rispetto per le materie prime. Tra i piatti da non perdere: gli spaghetti con le cime di rapa, in cui la verdura viene utilizzata in diversi modi e in tutte le sue parti.
6) Dark Kitchen, la nuova frontiera della ristorazione
Sviluppatosi nel 2020 grazie all’incremento del delivery, il trend della Dark Kitchen si consoliderà nel 2021 reinventando il settore della ristorazione. La Dark Kitchen è la cucina senza ristorante, caratterizzata da un’importante riduzione delle spese, in primis quella per l’affitto del locale, limitato solo alla cucina e senza sala, ma anche la continua evoluzione dell’offerta gastronomica: un trend flessibile ed efficiente che si adatta perfettamente ai tempi. Tra i clienti Deliveristo ci sono ad esempio Kuiri, la “cloud kitchen” italiana che offre anche un servizio di consulenza completa ai ristoratori in erba, e Whimsy Kitchen, il “ghost restaurant” con sede a Milano che ospita chef e brand che possono così preparare i piatti da consegnare a domicilio. A sperimentare le Dark Kitchen a Milano anche Nanie, delivery che punta su gusto, qualità e sostenibilità, e 85 pizza, che consegna le sue pizze sempre a 85° grazie al forno professionale per le consegne.
7) Vini naturali e cibo di qualità
Nel 2021 sarà sempre più in voga la tendenza ad abbinare ogni piatto al vino adatto, meglio se sostenibile. Protagonisti saranno i vini naturali delle cantine che seguono un approccio etico verso la terra e l’uva e che valorizzano il contatto intimo con il territorio. Questa scelta porterà a un lavoro di selezione certosino sia dal punto di vista del cibo che delle bevande: un trend già iniziato che non solo ha comportato un ampliamento dell’offerta di vini, come nel caso della milanese Enoteca Naturale, ma anche la creazione di esperienze originali, come quelle proposte da ASVN e Champagne Socialist, tra i nuovi e-commerce dedicati al vino.
8) Cottura sottovuoto
Nelle cucine dei ristoranti italiani immancabile è la cottura sottovuoto, che velocizza i processi mantenendo però i sapori e i colori degli alimenti. Con la cottura sottovuoto carne, molluschi e crostacei risultano morbidissimi, mentre le verdure mantengono i loro colori brillanti migliorando i piatti anche dal punto di vista estetico. Tra gli chef che utilizzano con successo questa tecnica c’è Barbara Panetti, chef di Girls At Work, progetto al femminile specializzato in catering, corsi di cucina e consulenza nel mondo della ristorazione.
9) Foraging
L’attenzione per la provenienza delle materie prime ha spinto molti chef ad accorciare la filiera, andando a scegliere e a raccogliere personalmente gli ingredienti per le loro preparazioni. È nato così l’eco-trend del foraging, la pratica di raccogliere piante e ingredienti che crescono spontanei in boschi e prati o lungo i fiumi. A sostenere questa pratica c’è ad esempio la chef Valeria Margherita Mosca di Wood*ing, fornitore di Deliveristo e laboratorio di ricerca e sperimentazione sull’utilizzo del cibo selvatico per l’alimentazione e la nutrizione umana.
10) Reinventarsi, digitalizzarsi e fare rete
Il 2020 ha sottolineato l’importanza della digitalizzazione, spingendo molte realtà del settore a creare pagine social o un e-commerce o a scegliere la strada del delivery, intrapresa anche da ristoranti stellati come Sadler e Materia. In un periodo complesso come quello attuale, inoltre, fare rete si è rivelata una strategia vincente: esemplificativo il caso di Immorale, Bites e Alain Locatelli, che, per poter fare anche delivery fuori dalle tradizionali piattaforme, hanno creato un progetto temporaneo, chiamato BA NA NE United Delivery, dedicato alla consegna dei piatti. Infine, c’è chi si reinventa con i semipronti, come Liberty, ristorante milanese che affianca ad ogni proposta istruzioni dettagliate per completare la preparazione a casa e offrire non solo piatti gustosi, ma anche una vera e propria esperienza culinaria.
“In questo momento di cambiamento e di novità, come Deliveristo siamo a fianco di ristoratori e produttori per promuovere digitalmente il made in Italy e supportare l’intera filiera”, aggiunge Erica Fifield, responsabile produttori di Deliveristo. “Diamo la possibilità ai produttori di creare nuovi canali per le vendite e ai ristoratori di avere a disposizione in un’unica piattaforma tutto ciò di cui hanno bisogno per rifornire le cucine rapidamente: fornitori selezionati, prodotti di qualità e un’offerta sempre aggiornata. Per il prossimo anno il nostro obiettivo è diventare sempre più un punto di riferimento: l’Italia è ricchissima da un parte di produttori e fornitori che hanno bisogno di supporto nella fase di digitalizzazione, gestione ed acquisto, dall’altra di ristoratori che guardano al futuro e che comprendono l’importanza della tecnologia per risparmiare tempo e denaro”.