TOI è il nuovo album di Maru in uscita il 27 novembre: un grido di libertà per imparare ad accettare e accettarsi
Scritto da Davide Macor il 24/11/2020
Maru è cresciuta e la voglia di gridarlo al mondo si sente. Attraverso un sound diverso, che si apre all’elettronica pop e alla dance, esplora sintetizzatori distorti e violenti e torna a ballad più dolci, avvicinandosi con garbo anche al mondo r’nb e lo-fi. Saltano i confini musicali a cui ci aveva abituato. E le barriere di genere si infrangono grazie a quella voglia di andare oltre ogni pregiudizio che da sempre la contraddistingue.
Esce il 27 novembre per Bravo Dischi TOI, il nuovo disco di Maru che arriva a due anni di distanza da Zero Glitter.
Anticipato dai singoli Quechua e Zitta (Guarda il video), TOI è il grido di libertà di chi ha smesso di prendersi troppo sul serio. È rinunciare alle aspettative per accogliere tutto quello che viene e goderselo fino in fondo, la volontà di vivere gli errori con leggerezza, accettarli e accettarsi in ogni sfaccettatura, anche quelle che non piacciono agli altri.
E allora perchè non “Toy”, con la “y”? Maru voleva giocare, un’ultima volta.
L’album si snoda attraverso nove tracce che raccontano di scelte sbagliate ed errori, relazioni che forse potevano essere evitate.
In primo piano la capacità di ridere e sorridere di noi stessi, da non confondere con superficialità. Se l’amore è l’arte di perdere, come sostiene la celebre poetessa statunitense Elizabeth Bishop in One Art, una delle sue poesie più famose, allora forse sapere perdere è l’arte di vivere. Questa una delle ispirazioni di Maru, che si affiancano alle parole di un’altra poetessa, Andrea Gibson, prese in prestito e riadattate per ZITTA.
Rimangono al femminile anche le ispirazioni musicali, tra Lorde e la svedese Robyn fino alla francese Christine and the Queens.
Penso di aver capito, dopo molto tempo, che l’unica relazione importante è quella con me stessa. È difficile riuscire a star bene con qualcuno se non si conoscono realmente i propri desideri e i propri limiti. Lasciarsi andare e lasciare andare sono due facce della stessa medaglia e l’ironia è un’arma potente per fare in modo che le cose scivolino un po’, senza trattenerle a forza.
TOI inizia con i ritmi elettronici di FREE-TRIAL, si parla di relazioni come le prove gratuite di un videogame: arrivati alla parte più interessante, si blocca tutto. Arrangiamento più fresco e semplice per ELASTICI, che con un sound vicino al K-pop si schiera contro ogni etichetta. Fastidiose nei rapporti umani come nei vestiti e irritanti come gli elastici, appunto, che stringono e tengono insieme le cose più fragili.
Tra scherzi del destino e sentimenti governati dalla chimica e dal caso si muove con leggerezza COINCIDENZE, mentre le atmosfere virano su toni più cupi in SONNO CONTRO, dove la notte può diventare nemica e divorare la pace.
Un piccolo inno synth-pop alle scelte sbagliate è QUECHUA: un ricordo un po’ sfocato ma non troppo lontano di corse sulla spiaggia, tende, falò, feste dal tramonto fino all’alba. Prodotta da Fabio Grande, è una canzone energica, potente e lieve al tempo stesso. Un grido di libertà limpido e profondo sull’importanza di essere sé stessi, anche e soprattutto commettendo errori. Ritmi veloci per VOSTOK, in Antartide: la città ideale per correre lontano dall’afa, da agosto, e fuggire dai tormentoni estivi. Cambio di rotta musicale in CTRL+Z, che si avvicina con garbo al mondo rnb e lo-fi ma tiene fede alla direzione del disco: il bello di divertirsi e reinterpretarsi, complicarsi la vita con scelte difficili, come quella di scalare l’Himalaya in infradito. Perché in fondo si può sempre tornare indietro e resettare tutto, anche se non è facile come sui tasti del pc Control + Z. Con ZITTA e SEI DI CHI Maru chiude il suo nuovo progetto musicale. Le sue canzoni più serie, forse. Sicuramente le più complesse. SEI DI CHI è un titolo di sfida, una ballad che insegue tutti i dubbi e le domande di qualcuno che sarà sempre destinato ad aspettare, che vive del desiderio di sentirsi dire da chi ama “ti appartengo incondizionatamente”. Eppure sono spesso i vincoli che ci vengono imposti a non permetterci di essere realmente padroni di noi stessi e della nostra identità.
Sintetizzatori distorti e violenti, combinati con un beat electro, per rompere barriere musicali ma soprattutto i confini di genere. Radicata nei territori dell’elettronica pop e della dance, ZITTA è una delle canzoni più potenti dell’album. Maru parte dalla sua esperienza intima e personale per fotografare momenti e quotidianità del mondo LGBTQ+ e denunciare pregiudizi e discriminazioni ancora in atto, nonostante i passi avanti sul tema. Di ispirazione i versi della poetessa americana Andrea Gibson: “Ci vogliono più muscoli a restare che ad andarsene”. Proprio come ci vogliono più muscoli a star zitt* che a esplodere.