La Juvenilia Bagnaria Arsa del rugby fa il punto della situazione con Francesco Cirinà, il Responsabile Sviluppo Club
Scritto da Davide Macor il 23/10/2020
“Pensiero positivo, serietà e rispetto delle regole. Con questi riferimenti affrontiamo la difficile situazione del Covid”
Come si vive in questo momento di attesa, dopo tanto lavoro fatto e la possibile chiusura (anche se solo temporanea)?
Viviamo questa situazione tenendoci pronti ad un eventuale chiusura gli strumenti che abbiamo affinato con il precedente lockdown saranno rimessi in campo, nessuna categoria sarà abbandonata ma continueremo a fare attività on line seguendo l’andamento degli allenamenti canonici.
Che impatto avrebbe su una società come al vostra, che investe tanto nella filiera, un eventuale chiusura?
Ovviamente la situazione è preoccupante ma nello stesso tempo non vogliamo essere relegati a fattore che induce al contagio. Sappiamo l’importanza della scuola e seppur a malincuore dobbiamo essere realistici.
Ovviamente qualora l’eventuale chiusura si realizzasse sarà cura della nostra societá, costruita sul volontariato, garantire che il lavoro straordinario fatto fino a questo punto non venga dimenticato. Dobbiamo e vogliamo mettere in campo tutti gli strumenti per garantire la continuazione del nostro progetto, sportivo ed umano.
Come e dove sta lavorando il Bagnaria?
Il campo d’azione della nostra societá è molto vasto ed in espansione, grazie soprattutto al passa parola positivo da parte dai genitori; si va da Grado a Pavia di Udine, passando da Talmassons e arrivando ai primi abitati Isontini, con delle puntate oltre confine.
Da qui a Natale come vorreste gestire il movimento rugby in regione?
Ci piacerebbe fare un approccio all’attivitá che sia basato più sul rimettere in campo i ragazzi che su vere e proprie partite, tenendo conto che molte societá del territorio non sono fortunate come la nostra e quindi non sono riuscite ad effettuare delle attivitá di contatto degne di essere chiamate tali; pertanto delle partite warm up potrebbero essere interessanti anche per evitare una crescita esponenziale d’inforutni, dovuti proprio alla scarsità di contatto in allenamento. È fondamentale che i ragazzi ritrovino la voglia di stare in campo e divertirsi, prima ancora della competitivitá. Non dimentichiamo che il nostro obbiettivo è sempre quello di creare gli uomini di domani e non dei Lupi da arena.