Concluso il XVI Forum Euroregione Aquileiese svolto oggi a Udine: “Dal Fvg un nuovo modello europeo”
Scritto da Davide Macor il 10/10/2020
“Penso che la collaborazione che il Fvg sta avendo con tutti i Paesi del centro ed est Europa possa essere un passaggio fondamentale per costruire un nuovo modello europeo”. Queste le parole del presidente Massimiliano Fedriga durante il XVI Forum Internazionale dell’Euroregione Aquileiese “L’Eredità europea del Patriarcato di Aquileia”, svoltosi oggi, venerdì 9 ottobre, in sale Ajace a Udine che ha visto la partecipazione di numerosi diplomatici e rappresentati delle istituzioni di tutta Europa. “Qui, infatti, non si parla di interessi specifici che devono essere difesi contro interessi di altri paesi. Penso che, invece, proprio dal Fvg e con tutte le aree limitrofe stiamo individuando delle strade dove si trova un interesse unico dove lo sviluppo è uno sviluppo di tutti e dove gli investimenti sono investimenti di tutti – continua il governatore -. Purtroppo abbiamo visto fino ad oggi, invece, un’Europa dove il paese con i muscoli più forti imponeva il suo modello e a qualcuno andava bene e a qualcuno andava male e si creavano contrasti. Invece, penso che il modello europeo debba essere quello che valorizzi le identità ma sia in grado di fare sintesi e non ci sia un paese penalizzato e uno che, invece, gode di tanti vantaggi“.
Il presidente della regione, poi, si è soffermato su due pilastri per lo sviluppo del Fvg: “Stiamo puntando su due grandi pilastri nel futuro della regione, che sono la logistica e l’innovazione, per cui vorremmo favorire la creazione di un hub dell’innovazione, visto anche il know-how che c’è in regione, i grandi centri di ricerca, che possono essere utili a tutta questa area europea, proprio per questa idea di collaborazione e di sviluppo reciproco. Sono due settori che possono trovare grande sviluppo per il futuro, ma anche essere più competitivi dal punto di vista economico e garantire maggiori posti di lavoro e garantire investimenti in tutta quest’area europea”.
“Sono rimasto assolutamente sorpreso dei risultati degli incontro di Udine. Perché in un periodo come questo non potevo immaginare di avere tanti amici in giro Europa”. Con queste parole il presidente dell’Associazione Mitteleuropa, Paolo Petiziol, conclude il Forum. “Gli interventi che si sono succeduti, hanno ampiamente confermato la necessità e l’utilità degli incontri, che non sono nell’interesse particolare di nessuno, ma nell’interesse di tutti. Questo è un concetto che è stato ribadito con soddisfazione anche dal presidente Fedriga, ma anche da più di qualche illustre ospite del nostro Forum. L’ultimo panel ha per altro toccato un argomento che è la grande novità del forum: la digital diplomacy, e che dimostra che questa associazione è sempre dieci anni avanti“.
Il panel conclusivo della giornata, “Digital Diplomacy – Complessità e fascino di una diplomazia cultura nell’era dell’intelligenza artificiale”, ha trattato il tema della diplomazia legata allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. In un mondo interconnesso, infatti, anche la diplomazia tradizionale è uscita degli schemi istituzionali tradizionali per conoscere nuovi sistemi di comunicazione. Proprio in questo contesto, Mitteleuropa vuole rivestire per il territorio, come riveste da 40 anni, un ruolo di attivatore diplomatico nella convinzione che la diplomazia sia una responsabilità di tutti.
A intervenire nell’ultimo panel Enzo Maria Le Fevre, Commissione Europea, DG DIGIT, professore Università Luiss – Roma; Clemens Mantl, Console Generale d’Austria in Milano; Corneliu Bjola, collegato dall’Università di Oxford, professore di Digital Diplomacy; Alexis Roig, Direttore Generale Science Diplomacy Hub Barcelona e Guglielmo Cevolin del Dipartimento Economia e Finanza Università di Udine, intervenuto in remoto dall’aula con gli studenti.
“La tecnologia è in grado di fare grandi cose, ma non vuole farle. Dipende dalla volontà di ciascuno di noi costruire cosa vuole fare la tecnologia. I dati, come la tecnologia artificiale, non hanno frontiere”. Queste le parole di Le Fevre, che aggiunge: “Serve, però, controllare e cercare di proteggere i dati. La diplomazia continua comunque a ricoprire un ruolo fondamentale per costruire un rapporto congiunto e interdipendente”.
Al Forum, organizzato da Mitteleuropa con il sostegno e la collaborazione con Cei (Ince), Regione, Comune di Udine, Università di Udine, Turismo Fvg, Fondazione Friuli, e con il patrocinio del Ministero degli Esteri, sono intervenuti il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, il presidente di Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini, il Rettore dell’Università degli Studi di Udine, Roberto Pinton, il Segretario Generale della Central European Iniziative, Roberto Antonione e Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio Regionale Fvg.
Per il primo cittadino di Udine, “Siamo una regione al centro dell’Europa, abbiamo contatti continui con due grandi Paesi come l’Austria e la Slovenia, e abbiamo nel nostro territorio popolazioni che fanno riferimento a questi due Paesi”. Il rettore Pinton, invece, ha portato il saluto dell’ateneo friulano. “Nella costruzione delle relazioni internazionali – ha detto – le università sono importanti poiché fa parte della loro missione il mantenere e allargare reti attive tra scienziati, ricercatori, studenti e docenti. E questo è un periodo in cui fare rete è fondamentale per condividere idee e progetti”. A intervenire anche l’Ambasciatore – Alto Commissario OSCE per le Minoranze Nazionali, Lamberto Zannier, che ha sottolineato come “il progetto sulla Mitteleuropa torna oggi utilissimo, anche se in contro-tendenza, perché le sfide che affrontiamo in questi giorni, a cominciare dalla pandemia, non sono nazionali, ma globali, dunque – ha proseguito – occorre creare coalizioni, strategie condivise e concordate per politiche comuni”.
Presente anche Iztok Mirošič, ambasciatore Inviato Speciale del Ministro degli Esteri di Slovenia, il quale ha sottolineato che le relazioni tra Slovenia e Italia sono molto significative anche dal punto di vista commerciale. “Abbiamo visto che cosa è successo quando si sono chiuse le frontiere e il dialogo è mancato, ne è uscito il caos. E invece le relazioni devono essere quotidiane – ha aggiunto – e il dialogo con Roma deve essere mantenuto costante da parte di Lubiana. Un esempio altissimo lo hanno dato i nostri due presidenti della Repubblica che si sono incontrati a Trieste, scrivendo una pagina di storia. Da quello che è successo con il Covid – ha concluso –, penso che l’Europa abbia imparato che le frontiere non si devono chiudere mai più, e questa è la mia personale convinzione. Sloveni e Italiani erano felicissimi, quando si sono riaperte di nuovo”.