GEOGRAFIE FESTIVAL DAL 23 AL 27 SETTEMBRE
Scritto da Davide Macor il 15/09/2020
Il viaggio dell’homo geographicus, dalle sponde dell’Adriatico attraverso il Mediterraneo in uno sguardo rivolto al pianeta, e al contempo nella minuziosa e appassionante attenzione al proprio territorio, alla sua storia frutto del lavorio dell’uomo. Dal 23 al 27 settembre Monfalcone ospita la seconda edizione di GEOgrafie Festival. Scrivere la terra, leggere la terra, cinque giornate di libri, di voci e di letture, promosso da Comune di Monfalcone e Fondazione Pordenonelegge. Un festival che si pone come «crocevia di punti di vista e narrazioni diverse, chiave di lettura e di comprensione delle concatenazioni della storia e dell’attualità – ha commentato Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone alla conferenza stampa di presentazione nella quale è arrivato anche il video saluto del Presidente della Regione FVG Massimiliano Fedriga – Dopo il successo dello scorso anno, GEOgrafie propone una nuova e più ampia esplorazione della realtà nelle sue relazioni fra dimensione locale e globale e in tal modo intende valorizzare la capacità della nostra città di promuovere un più ampio orizzonte culturale, restando legati alla propria identità e alle proprie radici».
Alle geografie planetarie fa eco lo sguardo sul territorio, così il festival sposa due anime: una incontra la lettura ad alta voce, l’altra accoglie alcuni dei più interessanti libri attuali dalla viva voce dei loro autori. «GEOgrafie, al plurale, significa proprio indicare la crisi della rappresentazione tradizionale della terra, maturata dagli ultimi decenni del secolo scorso, da quando raffigurare la realtà del pianeta su un piano bidimensionale è diventato sempre più impossibile, poiché le vere “mappe” dell’attuale realtà terrestre sono costituite dai flussi di informazioni, merci, mezzi, persone» ha aggiunto Gian Mario Villalta direttore artistico della Fondazione Pordenonelegge, che ha curato il programma del festival con Roberto Covaz e il Comitato scientifico del Comune di Monfalcone . «Uno dei temi portanti (e un motivo di crisi) di questa nuova realtà riguarda i diversi modi di configurare e di corrispondere al rapporto tra locale e globale, che questo festival affronta non tanto nella forma di un convegno o di un dibattito, quanto nella pluralità delle proposte che circoscrivono il tema in diverse sue possibili relazioni» ha proseguito Villalta in occasione della presentazione, a cui hanno partecipato anche anche Sebastiano Callari, assessore al Patrimonio della Regione Friuli Venezia Giulia, Luca Fasan assessore alla Cultura del Comune di Monfalcone e Silvano Pascolo vicepresidente di Fondazione Pordenonelegge.
Ad inaugurare il festival dedicato alle geografie dell’uomo, sarà un viaggio lungo la Via della Seta assieme allo storico Franco Cardini, che intervistato da Gian Mario Villalta aprirà uno squarcio sul passato e futuro nei rapporti tra Oriente e Occidente, mercoledì 23 settembre alle 17.30 in piazza della Repubblica. Un viaggio che proseguirà la sera al Teatro Comunale alle 21 con Alessandro Vanoli, percorrendo le antiche vie di commercio e di guerra, lungo i luoghi di pellegrinaggio e paesi incantati attraverso il Mediterraneo. L’Italia nelle sue infinite declinazioni di impresa, di persone e di sfide per l’avvenire saranno al centro degli incontri in piazza della Repubblica con i giornalisti Valentina Bisti (giovedì alle 15.30) e Marco Frittella (sabato alle 11.30) nel suo reportage virtuale nell’Italia green che sta attraversando la rivoluzione nell’economia verde e sostenibile.
Saranno molte le “dediche” alle diverse geografie del nostro Paese: il ritorno a Mantova sua città di origine di Antonio Moresco intervistato da Alberto Garlini (giovedì alle 17 in piazza della Repubblica), l’Adriatico di Egidio Ivetic (giovedì alle 21), la Sardegna di Marcello Fois (venerdì 25 alle 18) fino alla Milano di Silvia Bottani (sabato alle 15.30). Con riflessioni a tutto tondo sul senso stesso di una prospettiva geografica dell’umanità, dall’homo sapiens con Telmo Pievani (venerdì alle 16) all’homo geographicus con Matteo Meschiari (sabato alle 17), non senza una parentesi di Marcello Veneziani (domenica alle 17) ricognizione sulla geografia delle dieci divinità che hanno fondato il pensiero e l’esistenza dell’uomo.
Tra locale e globale, la riflessione spazierà tra la letteratura, con le geografie letterarie dei romanzi noir assieme a Massimo Carlotto e Veit Heinichen ma anche attraverso i continenti: in un ideale percorso opposto alla Via della Seta, sarà Gennaro Sangiuliano (sabato alle 18.30 in piazza della Repubblica) ad aprire una finestra sugli Stati Uniti di Donald Trump e la sua vittoria contro ogni pronostico. Fino alla chiusura del festival domenica 27 alle 18.30 sempre in piazza della Repubblica affidata a Beppe Severgnini che con Carlo Fava dipingerà quella stranissima primavera che ha sconvolto il pianeta alle prese con lo scoppio di una pandemia che sembra aver assolto a una strana funzione di macchina della verità ponendo davanti agli occhi nuovi scenari mondiali. E sempre domenica 27, grande attesa per il romanzo di Cristina Gregorin, “L’ultima testimone”, in uscita per Garzanti. Un plot che ci riporta a un passato oscuro, alla Trieste della Seconda Guerra mondiale con soldati di opposte fazioni, delazioni e vendette, in una città sospesa tra frontiere contese e destini incerti.