Riccardi, lo Stato va sfidato sulla politica delle entrate
Scritto da Davide Macor il 07/05/2020
Oggi pensare a una centralizzazione dei sistemi sanitari è irragionevole perché, con tutta probabilità, non porterebbe a un allineamento verso l’alto del livello delle prestazioni erogate bensì verso il basso, in particolare per il Friuli Venezia Giulia. Il lockdown è riuscito a contenere il contagio nelle regioni con i servizi sanitari più forti ed evitare che il virus potesse espandersi nelle aree dove questi sono più fragili. Oggi però è fondamentale affrontare con lo Stato il tema delle entrate finanziarie e delle compartecipazioni, per consentire alla nostra Regione, e alle altre a Statuto speciale, di non essere ulteriormente penalizzate dall’emergenza Covid-19″. Lo ha dichiarato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, durante la discussione sulla mozione, approvata dal Consiglio regionale, che impegna la Giunta a proseguire nel lavoro per limitare l’impatto che l’attuale situazione di crisi determinerà sul gettito fiscale regionale e a continuare l’interlocuzione con il Governo statale per l’acquisizione di ulteriori margini di autonomia finanziaria al fine di sostenere l’inevitabile aumento delle spese a carico del sistema sanitario regionale. Riccardi ha spiegato che “l’emergenza che stiamo vivendo, per quanto drammatica, ci offre l’opportunità di ridefinire alcuni aspetti del rapporto tra la Regione e lo Stato in merito alla sanità regionale. Il Friuli Venezia Giulia non ha infatti potestà primaria in merito, ma solo un diverso meccanismo di copertura della spesa sanitaria rispetto alle ordinarie. Oggi però è necessario un confronto serrato e coraggioso con il Governo per ragionare su temi di sua esclusiva pertinenza come la definizione degli standard dei servizi, i Lea e i contratti del personale. In questo contesto non si deve aver timore di sfidare lo stato anche per un rientro della nostra regione nel Fondo sanitario nazionale. Si tratta di un’operazione complessa ma necessaria perché altrimenti rischiamo di essere particolarmente penalizzati dall’impatto della riduzione delle entrate che contribuiscono in modo determinante alla copertura della spesa del sistema sanitario. Lo Stato va sfidato, ci vuole un meccanismo di neutralità tra l’andamento della spesa ed il conseguente allineamento nell’entrate, altrimenti la regione diventerà solo una un grande azienda sanitaria”.