Zalukar, dubbi su Nucleo regionale controllo e case di riposo
Scritto da Davide Macor il 25/04/2020
(ACON) Trieste, 24 apr – “L’articolo 66 della legge regionale 22/2019 prevede l’istituzione del Nucleo regionale di controllo, a cui va il compito di coordinare i controlli sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi delle strutture per anziani. Con una interrogazione, ho chiesto alla Giunta regionale se questo Nucleo sia stato attivato e, in caso affermativo, quali attività abbia intrapreso in merito, vista la palese situazione di rischio esistente, mentre, in caso negativo, per quali motivi non sia stato previsto”. Lo fa sapere Walter Zalukar, consigliere regionale del gruppo Misto, con un comunicato molto dettagliato. “Ho ritenuto doveroso presentare un’interrogazione sul tema della vigilanza – spiega il consigliere – perché quanto accaduto nelle strutture per anziani di Trieste, ma anche in altre zone della nostra regione, ha messo in evidenza che non sono stati adottati tempestivamente dei protocolli di minimizzazione del rischio per gli ospiti e i lavoratori di quelle strutture. Ricordo inoltre che proprio gli ospiti anziani, che spesso presentano patologie croniche e degenerative, sono quelli per cui la Covid-19 si è rivelata più letale e che l’alta incidenza di mortalità tra gli operatori è verosimilmente legata all’alta carica virale che questi assorbono nello svolgimento del loro lavoro”. “L’Aazienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) ha redatto un piano specifico per le strutture per anziani in grave ritardo, appena il 27 marzo, un mese dopo lo scoppio dell’epidemia a Trieste. Nell’attesa di elaborare un piano più dettagliato, per minimizzare il rischio di diffusione del coronavirus all’interno delle strutture di prevenzione – afferma Zalukar -, si sarebbero potuti applicare alcuni protocolli emergenziali derivanti dalle conoscenze scientifiche disponibili e dalla conoscenza del sistema della residenzialità per anziani quali: il distanziamento fisico, l’uso di appropriati dispositivi di protezione individuale, l’accorgimento di evitare che il personale di cura operasse su più residenze, l’accoglimento di pazienti non infetti dall’ospedale o da residenze sanitarie assistenziali (e quindi l’effettuazione di tamponi in uscita dall’ospedale e relativi percorsi di quarantena), percorsi e relativi spazi di quarantena interni, solo per citare i più impattanti”. “Se fin da subito fossero state elaborate le suddette misure, si sarebbe potuto rilevare la problematicità per alcune strutture di rispettare protocolli di prevenzione efficaci, ed è qui che entra in ballo il tema della vigilanza oggetto dell’interrogazione alla Giunta regionale. La verifica del rispetto dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi in alcune strutture note per essere problematiche, se fatta immediatamente allo scoppio dell’epidemia – fa presente l’esponente di Centrodestra -, avrebbe potuto individuare anelli deboli nella catena di protezione”. “Come detto, situazioni problematiche si sono riscontrate in più municipalità della Regione, colpendo diverse strutture per anziani e pertanto la questione della vigilanza sui requisiti di tali strutture abbraccia una responsabilità di coordinamento in capo alla Regione, e nella fattispecie in capo alla direzione centrale Salute. Infatti, proprio l’articolo 66 della Lr 22/2019 prevede l’istituzione, con apposita delibera di Giunta, del Nucleo regionale di controllo in seno a quella direzione, con il compito di coordinare e verificare l’appropriatezza e l’uniformità dei controlli di competenza degli enti del Servizio sanitario regionale sulle prestazioni sanitarie e sociosanitarie erogate sia dalle strutture pubbliche sia dalle strutture private, comprese le strutture di assistenza residenziale e semiresidenziale per anziani non autosufficienti”. “Ferme restando le funzioni e le responsabilità di vigilanza delle Aziende sanitarie – termina la nota di Zalukar -, la regia della direzione centrale Salute avrebbe permesso di coordinare e dare impulso alle verifiche del caso anche in vista della fissazione di ulteriori requisiti, in questo caso non rivolti all’accreditamento ma a un piano di prevenzione anti Covid-19”.