M5S: Capozzella, agricoltura pordenonese senz’acqua per ritardo lavori | EFFE RADIO

M5S: Capozzella, agricoltura pordenonese senz’acqua per ritardo lavori

Scritto da il 10/04/2020

(ACON) Trieste, 9 apr – “Un Consorzio di bonifica deve servire a portare l’acqua dove non c’è e a gestirla dove ce n’è troppa. Come mai il Consorzio di bonifica Cellina Meduna non ha a disposizione l’acqua per i consorziati che pagano il canone adesso che gli serve?”. Lo chiede il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Mauro Capozzella, commentando la notizia di stampa secondo cui la siccità starebbe creando gravi danni alle colture. “Non è certo una novità che l’acqua in agricoltura serva ben prima della stagione irrigua classica, che inizia a giugno – sottolinea Capozzella -. Antibrina ed irrigazioni primaverili ci sono praticamente ad anni alterni se non ogni anno. Nonostante il problema sia ricorrente, e nonostante sia noto da anni, e nonostante sia stato fatto presente alla dirigenza, oggi mancano le riserve d’acqua necessarie”. “Purtroppo l’acqua nei campi manca perché la ‘banca’ che avrebbe dovuto metterla da parte non l’ha fatto. Nel Pordenonese questa ‘banca’ si chiama Bacino di Ravedis – ricorda l’esponente M5S -. Gli addetti ai lavori sanno che la Diga di Ravedis aveva, fin dalla sua costruzione, un problema ad una paratia di fondo. Nel luglio 2015 il Commissario chiedeva al Ministero competente l’autorizzazione ad effettuare le riparazioni; nel marzo 2016 il Ministero autorizzava il Commissario a fare i lavori , il cui importo è di 30.300 euro. La Deputazione Amministrativa, guidata dal presidente Cesaratto, ha affidato i lavori il 10 febbraio 2020, quasi quattro anni dopo. Per farlo il bacino è stato praticamente svuotato e portato alla quota di m 314,50. Ci sono al suo interno 5,6 milioni di metri cubi di acqua, dei quali solo 2 milioni disponibili ma in gran parte, se non completamente, necessari per usi non agricoli”. “L’acqua manca perché i lavori non sono stati affidati in tempo utile e non per altri motivi – conclude Capozzella -. Quindi il mondo agricolo sappia che ci sono responsabilità precise in questa situazione, non nuova ed ampiamente prevedibile. A pagare il canone pensino gli agricoltori; a far piovere, ce lo auguriamo, penserà qualcuno più in alto. Non potranno in questi tempi neanche andare in chiesa per farlo, ma arrangiarsi da casa pregando singolarmente, sperando funzioni lo stesso”.


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