Una saga familiare, un affresco di storia italiana e piemontese nel nuovo romanzo di Marco Zuccari. In libreria il 12 luglio con Intrecci edizioni
Scritto da Davide Macor il 16/07/2022
COME UN SERVO INFEDELE. La seconda generazione
Pagine 451, prezzo 18 euro
In libreria il 12 luglio per Intrecci edizioni
La saga della famiglia Succhiero si sviluppa nel primo dopoguerra tra Mosso, Domodossola, Biella e Vercelli, con l’avvento del Fascismo, fino all’esplosione del secondo conflitto in cui l’Italia viene travolta e funestata da mille tragedie, non ultima la sanguinosa guerra civile, con episodi di barbarie mescolati a eroismo. Attraverso la famiglia protagonista, in cui spiccano le figure di Ugo, Adele, Fanny e Gianni, si ritrae l’Italia intera, con i vizi e le virtù, i lutti e le gioie, gli scontri e gli amori, di una grande nazione, inquadrata nei drammatici anni centrali del ‘900. Un affresco ampio e avvincente della storia italiana, specchiata in una famiglia della piccola borghesia, tesa a sopravvivere inseguendo un effimero benessere.
Dal romanzo:
«L’amore è una pianta, come un fiore di montagna, che può attecchire anche su una roccia e svilupparsi tra lo sbalordimento di chi assiste al prodigio».
«Dicembre 1930. La congiuntura economica del 1929 era passata per i Succhiero in modo pressoché indolore. Tutta l’Italia fascista aveva inizialmente assorbito il contraccolpo della crisi, prima americana e poi mondiale, in virtù della politica autarchica del regime. Le conseguenze negative per la nazione italica sarebbero arrivate con un’onda lunga negli anni successivi al 1931. Dopo un inizio faticoso, la fabbrica di scarpe iniziò a produrre profitto. In breve tempo l’organico si attestò a quindici operai assegnati ai macchinari. In più vi erano i titolari: Ugo, Italo e Fanny, impegnati in ruoli amministrativi e soprattutto produttivi. Anche le due consorti, Adele e Antonietta, contribuivano alla produzione; Adele si occupava del taglio e del cucito delle tomaie. Ottavia dava un prezioso contributo alle incombenze quotidiane delle famiglie. Era una donna anziana e provata dagli eventi di una vita non certo facile, eppure, a settant’anni suonati, era preziosa: badava a Gianni, Rosanna e Leo, compito non certo facile giacché al terzetto si era aggiunto anche il figlio primogenito di Italo e Antonietta, Silvano, nato nel 1929. Adele e la cognata si industriavano, cercando di non gravare sulla suocera oltre le sue capacità fisiche. A volte si facevano aiutare da ragazze che stipendiavano come servette; per lo più erano Adele e Antonietta a occuparsi sia di produrre per la ditta, sia di badare alla casa e i figli. Era un lavoro faticoso e senza riposo, ma loro se lo assumevano con buona volontà, grazie alla giovinezza, all’energia e alla motivazione legate ai tangibili risultati che l’impresa di famiglia stava dando».
MARCO ZUCCARI, dopo gli studi scientifici e la laurea in matematica, ha speso l’attività professionale come consulente di organizzazione in imprese
industriali. In età matura ha scoperto una vocazione umanistica che lo ha spinto in un percorso di ricerca verso la letteratura, il teatro e la frequentazione di testi classici, con una predilezione per Dante e la Divina Commedia. Dopo avere scritto libri di viaggio in bicicletta (La ferocia della capra e Bicincina) si è cimentato nella narrativa, pubblicando con Intrecci Edizioni Racconti a colori e il primo volume di Come un servo infedele, di cui questo Come un servo infedele – La seconda generazione è la prosecuzione e l’epilogo.