Eccidio Porzus: Zanin, ricordare per continuare ad essere liberi
Scritto da Davide Macor il 21/06/2020
“Se oggi possiamo dire di essere
uomini liberi è anche grazie a chi, decenni fa, per la libertà
diede la vita. Dobbiamo essere custodi di questo dono e non
lasciarci sopraffare da logiche subdole, come quelle
consumistiche che ci considerano solo come potenziali acquirenti
eterodiretti”.
Lo ha affermato a Bosco Romagno, in Comune di Cividale, il
presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, davanti
alla lapide posta a memoria dell’eccidio che, nel ’45, vide
partigiani delle brigate Garibaldi uccidere partigiani delle
brigate Osoppo.
“Questa resta una delle pagine più oscure della Resistenza”, ha
detto Zanin alla presenza del presidente dell’associazione
Partigiani Osoppo, Roberto Volpetti, della Medaglia d’oro al
valor militare Paola Del Din, della vicesindaca di Cividale,
Daniela Bernardi, dei sindaci di Udine, Pietro Fontanini, e di
Manzano, Piero Furlani, oltre all’ex vicepresidente del Consiglio
regionale Paride Cargnelutti e al consigliere regionale Elia
Miani.
“Dobbiamo ricordare soprattutto il valore di libertà che quegli
uomini avevano intrinseco in se stessi – ha ricordato Zanin -, un
valore che non era dettato dal loro stato sociale perché
apparteneva parimenti al contadino, all’operaio e
all’intellettuale. Tutti erano mossi dal difendere la libertà
come ideale e come impegno. Per noi, e ancor più per i giovani
d’oggi, si tratta di un fattore scontato, invece per i giovani di
allora è stato una conquista a costo della propria vita”.
“Commemorare questi eventi ci deve servire a monito – ha
rimarcato il presidente -, per ricordarci che spesso, anche
quando crediamo di essere padroni di noi stessi, invece siamo
indirizzati verso interessi più generali che ci rendono non più
esseri liberi ma tutti consumatori. Il metodo è certamente più
suadente di quando era dettato dalla forza e dalla violenza, ma
il risultato finale resta la privazione della libertà
individuale”.
“Siate degni, specialmente voi che siete qui a rappresentare le
istituzioni, del dono che vi hanno fatto questi martiri”, ha
detto poi la Del Din con la solita grinta e la forza di chi la
guerra e i suoi orrori li ha vissuti in prima persona. “Siate
gelosi della libertà datavi, perché è un regalo prezioso”.