TRACK BY TRACK – LE PAROLE DI BARABBA “Un Altro” Chi non ha mai desiderato essere qualcun altro almeno una volta nella vita? Anche Barabba è alle prese con uno dei desideri atavici dell’essere umano: essere qualcun altro. Per essere migliori o per osservarsi con distacco, per riuscire a vedere in se stessi qualcosa che solo gli altri vedono o per la semplice curiosità di vedere che effetto fa. “Bastare a me stesso” Barabba si racconta all’interno di una complicata relazione di coppia giunta ormai alle sue fasi finali. Da una parte lui, che vive la solitudine come una condizione necessaria e ama soprattutto quando la persona amata è lontana. Dall’altra parte la persona amata, così diversa, solare, desiderosa di vivere a pieno la relazione, ma che ostinatamente sembra non voler vedere quell’incompatibilità di fondo divenuta invece ormai così evidente. Così non si può andare avanti. “Momo” Momo è l’alter ego di Barabba: un personaggio preda di un’ansia di cui non sa darsi spiegazione, continuamente in fuga da qualcosa che non riesce ad identificare. Sente l’esigenza di nascondersi, di dissimulare le proprie sembianze a tal punto da dimenticarle, ma ovunque vada e qualunque cosa faccia per sfuggire a questa sensazione di oppressione e pericolo imminente, sottrarsene gli è sempre più impossibile: i demoni da cui sta scappando non sono altro che i suoi, e più cerca di confondersi con l’oscurità per evitare di incontrarli, più diventa parte di quell’oscurità. L’incontro con se stesso e coi propri fantasmi è inevitabile. “L’Ultima Mano” Riflessione amara su quanto le ferite inferte dalla vita possano condizionarci fino addirittura a definirci. L’io narrante del testo è un personaggio profondamente segnato da vicende negative nei propri rapporti interpersonali, a tal punto da rifugiarsi nella solitudine e nei ricordi per evitare ulteriori sofferenze. Un giudizio senza via d’uscita sul cinismo del destino: non c’è spazio per la speranza, che altro non è che un’illusione. Ciò che viene generalmente identificato con la maturità, nel caso del protagonista consiste nel prendere atto della fine verso cui è diretta ogni relazione umana. “Quei Due” La scena osservata dall’io narrante del testo è quella dell’incontro tra un uomo e una donna. L’osservatore coglie piccoli tic, atteggiamenti, sguardi, reazioni dissimulate: non c’è dubbio, quei due sono stati amanti. Al momento dell’incontro la storia è già finita da un po’, probabilmente è stata lei a mettere fine alla relazione: lui cerca di mascherare un disagio che ci dice chiaramente quanto si senta ancora legato a lei, ma lei ha ormai ben chiaro che la relazione è finita e accortasi dell’inquietudine di lui pone fine all’incontro con mal celato imbarazzo. “Bianco Natale” Per Barabba è uno strano Natale. A casa lo aspettano famelici parenti d’ogni sorta per dare inizio al grande pranzo. Lui non arriva: si fa attendere intrattenendosi sul retro di un locale insieme a un Papa Noël tutto particolare. Armeggiano con delle buste: cosa c’è dentro? Doni. Carbone. Cos’altro? I due confabulano. Anche a Barabba è concesso di chiedere un regalo a Babbo Natale, ma i suoi desideri sono un po’ sconvenienti. |